"Il divario nelle prospettive di occupazione tra Europa del Nord e del Sud è il segnale degli squilibri presenti sul mercato occupazionale europeo, che sono a loro volta collegati alle asimmetrie nell’Eurozona - ha dichiarato László Andor, Commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione - La mobilità del lavoro potrebbe contribuire a ridurre tali squilibri. Per aiutare chi cerca lavoro a trovare opportunità occupazionali sono disponibili strumenti quali EURES, che sostengono la mobilità all’interno del mercato del lavoro europeo".
I più colpiti dalla crisi rimangono i paesi dell’Europa meridionale dove, secondo il Rapporto, è soprattutto la disoccupazione giovanile ad essere aumentata raggiungendo il 59,6% in Grecia, il 55,7% in Spagna, il 39,4% in Portogallo e il 38,9% in Italia. Inoltre le assunzioni di giovani sono fortemente sbilanciate verso le occupazioni del settore dei servizi, con elevati picchi stagionali e un forte tasso di rotazione. In Italia la quota di contratti di lavoro a tempo determinato è passata dal 60% circa nel 2008 al 70% nel 2012-2013. Questa situazione oltre a incidere negativamente sul livello di formazione e acquisizione di competenze provoca minore produttività e scarsi risultati economici.
Approfondimenti
Sito web Commissione Europea
European Vacancy Monitor (versione inglese)