Quanto effettivamente le “conoscenze” e il capitale sociale contano per un buon inserimento e una buona realizzazione in ambito professionale?
Le conoscenze contano molto; la più grossa difficoltà che noi incontriamo nel selezionare i collaboratori è molto spesso la mancanza di una buona preparazione generale e conoscenze linguistiche relative a francese e tedesco (scritti) e latino. Tutte le competenze tecniche si possono imparare: basta una settimana di formazione per imparare ad usare i più diffusi software per l’editoria, ad esempio. Per preparare un’enciclopedia filosofica, abbiamo bisogno di collaboratori
con una solida preparazione storico-filosofica complessiva: gli autori delle voci sono specialisti ma i redattori devono essere in grado di orientarsi un po’ in tutti i settori. Invece, molto spesso riscontro negli studenti dei buchi di preparazione molto grandi: magari sanno tutto di epistemologia o di estetica, ma ignorano completamente altre parti fondamentali della storia della filosofia. Spesso gli studenti tendono a costruirsi un piano di studi molto caratterizzato fin dall’inizio; questo è un erroreche si sconta al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro, dove, oltre alla preparazione specialistica, conta molto anche la preparazione generale.
Lei è responsabile del coordinamento di una redazione Treccani, quali sono le maggiori difficoltà che si potrebbero incontrare e quali sono attualmente le reali possibilità occupazionali?
Come nel resto del mercato, anche nell’editoria si lavora con contratti a termine relativi a uno specifico progetto editoriale. Tuttavia, se i laureati sono capaci, non ci sono grosse difficoltà di inserimento: l’Istituto della Enciclopedia Italiana è ancora una ‘bottega artigianale’ dove si impara il lavoro editoriale a contatto con gli altri e affrontando problemi concreti. Semmai, le difficoltà risiedono nel trovare il laureato in filosofia con le caratteristiche giuste, quella preparazione generale di cui parlavo prima.
Quali figure professionali sono maggiormente richieste e quali competenze è necessario avere per lavorare nel campo dell’editoria?
In Treccani richiediamo redattori disciplinari e revisori di bozze. Si comincia generalmente facendo il revisore, cioè colui che corregge i testi in bozze e poi in impaginato; il redattore disciplinare è invece colui che elabora propri testi, o manipola testi prodotti da autori esterni, su argomenti specifici. In generale, le competenze richieste per lavorare in questo campo sono una buona preparazione generale e la conoscenza delle lingue.
Quali esperienze ritiene che sia importante fare, anche durante il percorso di studi, per sperimentarsi e comprendere se questa è effettivamente la strada che si vuole intraprendere?
Per esempio, provare a fare delle traduzioni o editing di testi; anche tirocini o collaborazioni con realtà editoriali di piccolo livello. In ogni caso, piccole esperienze pratiche che mettano alla prova le capacità acquisite durante il percorso di studi.
Quali consigli si sente di dare agli studenti e ai laureati che intendono avvicinarsi a questo campo?
Il mio consiglio è di cominciare a fare esperienza subito dopo la laurea; qualsiasi tipo di esperienza, anche non retribuita, anche in realtà lavorative molto piccole. Soprattutto, l’importante è confrontarsi con problemi pratici da risolvere; per esempio, fare un’esperienza in un qualsiasi ufficio stampa, in modo da avere effettivamente la possibilità di fare comunicati stampa o piccoli articoli. O anche dare lezioni private: possono essere un ottimo modo per rispolverare le proprie
conoscenze e per sperimentare la didattica.