27/04/2012

Spin-off dalla Sapienza - Intervista ad Alice, Erjka e Serena

Serena, Alice ed ErjkaIl Progetto ALIENA: sviluppo di applicazioni e servizi nell’ambito dei Mobile Financial Services.
 
Serena Sposato, 28 anni, Alice Moroni ed Erjka Priori 29, sono tre dei soci fondatori di Aliena, spin-off romano che ha ottenuto dalla Regione Lazio un finanziamento del valore di 100mila euro per muovere i suoi primi passi.
 
Parliamo di spin-off universitari, l’esperienza Aliena, infatti, prende forma dalla ricerca universitaria nel campo della comunicazione e dell'informatica: qual è stato il vostro percorso di studi e come è nata l’idea del progetto?
I nostri percorsi universitari e professionali sono, in parte, diversi. Serena si è laureata nel 2008 in Tecnologie Informatiche e, nello stesso anno, è stata eletta Campus Ambassador per Sun Microsystem. Alice si è laureata nel 2007 in Scienze della Comunicazione con una tesi in m-government, mentre io (Erjka) ho conseguito nel 2008 la laurea presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione con una tesi in marketing della ricerca scientifica. Tutte però abbiamo un fattore comune: la nostra collaborazione all’interno del CATTID, centro di ricerca della Sapienza. Per raccontare la storia della nostra idea progettuale ci piace utilizzare la metafora della rete ferroviaria perché, come ogni storia umana, anche quella di Aliena è fatta di tappe ed esperienze che si intrecciano e che hanno trovano nel CATTID il punto di approdo e di condivisione, da dove tutto ha avuto nuovamente inizio. L’idea del progetto nasce dunque da esperienze accademiche e professionali diverse ed ognuna di noi ha contribuito alla sua realizzazione, ma, aspetto fondamentale, tutte in eguale misura abbiamo creduto e continuiamo a credere nella forza e nel successo del nostro team e della nostra idea. 
 
Quali sono stati i passaggi che vi hanno permesso di ottenere il finanziamento della Regione Lazio? Come investirete i fondi ottenuti?
In primo luogo, come già anticipato, è opportuno avere una buona idea e credere fortemente nella sua realizzazione. Importante è stato il supporto di persone come il Prof. Carlo Maria Medaglia, nostro mentore, Andrea Riccio e David Sepahi, responsabili del gruppo di progettazione e più in generale della nostra struttura, che ha saputo guidarci e sostenerci nell’individuazione del bando, nella definizione dei requisiti necessari e nella presentazione delle domande. A questo vanno aggiunte tante notti e tanti weekend trascorsi su skype per trasformare l’idea in qualcosa di concreto, non soltanto da un punto di vista contenutistico, ma anche progettuale. I fondi ottenuti, come dimostra il piano economico-finanziario, verranno destinati alla realizzazione dell’idea. Costituendo Aliena Srl abbiamo già fatto un piccolo passo, ma il lavoro che ci attende è ancora molto. Gran parte degli investimenti saranno inoltre destinati alle risorse umane, sulle quali intendiamo puntare molto e che rappresentano la voce di costo più elevata. La nostra esperienza tuttavia ci dimostra che nulla può prescindere dalla forza del capitale umano e uno degli impegni della nostra impresa sarà proprio quello di creare valore ed occupazione.
 
Nonostante ci sia, nella nostra Regione, un alto potenziale nel campo della ricerca e dell’innovazione, data la concentrazione di importanti atenei sul territorio, sono ancora pochi i casi di successo di start-up innovative, quali sono, secondo voi, i fattori maggiormente vincolanti?
A nostro avviso l’accesso ai fondi rappresenta ancora il motivo maggiormente vincolante. Inoltre le questioni burocratiche ed amministrative possono rappresentare un grosso ostacolo, se non si è opportunamente supportati. L'accesso al credito per via bancaria in Italia è difficile già per aziende ben avviate, figuriamoci per realtà nuove, ideate e gestite da giovani e giovanissimi. Malgrado siano aumentate notevolmente le iniziative volte a valorizzare il grande capitale umano e creativo presente sul nostro territorio, sono ancora pochi i giovani che coraggiosamente decidono di intraprendere la strada degli “startuppari”. Sicuramente in crescita il numero dei Business Angel e dei Venture Capitalist, ma ancora pochi, se paragonati al mercato di altre nazioni europee  come la Francia.
 
Cosa potrebbero fare le università per supportare studenti e ricercatori nel realizzare le loro idee innovative e da queste sviluppare progetti imprenditoriali?
Le università dovrebbero farsi promotrici di tutte le iniziative che enti pubblici e privati mettono a disposizione di giovani che intendono sviluppare progetti imprenditoriali. La loro attività a nostro avviso dovrebbe inoltre essere supportata da tre azioni mirate:
1. coinvolgere i docenti e sfruttare le loro competenze nel riconoscere e sostenere le idee innovative degli studenti che le hanno proposte;
2. promuovere programmi didattici in grado di formare gli studenti non soltanto da un punto di vista contenutistico ma anche pratico, facilitando così il loro accesso al mondo del lavoro;
3. sostenere azioni congiunte di valorizzazione delle iniziative come quelle promosse dalla Regione Lazio tra università ed enti pubblici/privati, facendoli entrare nelle aule universitarie per confrontarsi con il popolo dei giovanissimi.
 

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