07/01/2009

Intervista a Pietro Costanzo - Tirocinante presso Fondazione FORMIT e GLEN Institute

Pietro Costanzo, 28 anni, è laureato in Giurisprudenza a Catania. Ha inoltre conseguito il master in “Teorie e metodi nell’investigazione criminale” presso “La Sapienza” di Roma. Ha deciso d intraprendere un tirocinio presso la Fondazione FORMIT e GLEN Institute.

Cosa ti ha spinto a fare domanda per un tirocinio? 
E’ una delle possibilità che ho valutato appena finito il master: avendo iniziato a cercar lavoro e sulla base di una precedente esperienza di stage, ho ritenuto che fosse un modo valido per conoscere e farsi conoscere, senza dover instaurare un vincolo immediato. Metodo povero, ma utile! 

In cosa consisteva il tuo lavoro? 
L’ente di cui adesso faccio parte (già… mi hanno assunto!) si occupa anche, ma non solo, di studi per la Commissione Europea. Il mio compito era ed è quello di partecipare alla realizzazione di ricerche nell’area Justice, Freedom and Security (Criminal Justice, Law Enforcement, Fundamental Rights, ecc…), sulla base dei progetti finanziati dalla Commissione stessa. 

Ritieni di aver svolto realmente un'esperienza formativa? 
Assolutamente si. Buona parte dei miei compiti ha riguardato, sin dall’inizio, conoscenze acquisite nel corso dei miei studi e quindi ho avuto la possibilità di confrontarle con la realtà del lavoro e di acquisire competenze professionali, non più solo teoriche. 

Il lavoro svolto ti ha aiutato a definire meglio le tue inclinazioni professionali? In che modo? 
Anche qui la risposta è affermativa. In realtà l’esperienza è servita più che altro a confermare le mie idee. La vera novità sta nella grande differenza tra studio e lavoro: è banale dirlo, non è altrettanto banale scoprirla nella pratica. 

Consiglieresti questa esperienza ai tuoi colleghi universitari e laureati? 
Si, con le dovute cautele. Non è facile trovare aziende che non vedano il tirocinante come una mera risorsa di passaggio. L’intermediazione di un soggetto “forte” come l’Università può aiutare però nella scelta. D’altro canto bisogna sempre ricordare che si parte dal basso e che le pretese di chi si avvia al lavoro devono essere commisurate alle reali capacità lavorative, che possono esser molto diverse da quelle accademiche. E poi ci vuole pazienza… Ad meliora! 
 

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