02/12/2011

Tirocinio all'estero-Un'opportunità umana, didattica e professionale

Intervista a Saverio Massaro  - Tirocinante presso Design Associates (Germania)

Classe’86, dopo la maturità scientifica, si iscrive ad Architettura dove consegue il diploma triennale con il massimo dei voti. Attualmente sta preparando la tesi per la laurea magistrale in Progettazione Architettonica e Urbana con il Prof. Antonino Saggio. E’ risultato vincitore della Borsa Erasmus 2010/2011, della durata di 12 mesi, presso la Technische Universitaet Muenchen (Monaco di Baviera). Infine è Membro dello staff organizzativo della 3GA - La tre giorni di Architettura, svoltasi ad Altamura (BA) nell’agosto del 2011.
 

 

Quando hai scelto a quale facoltà iscriverti, oltre all'interesse per la materia, hai valutato le possibilità lavorative che quella specializzazione poteva fornirti?
Ho scelto il corso di Architettura di interni assecondando la mia passione per questa materia. Ho tenuto in considerazione, però, anche la possibilità che questa mia passione non portasse frutti e che quindi avrei potuto usare quello che avevo imparato all’università per potenziare l’azienda di famiglia che si occupa di materiali edili.
 
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scegliere un tirocinio all’estero?
Il tirocinio era una attività obbligatoria prevista dal mio percorso di laurea. Essendo vincitore della borsa Erasmus ho preferito cogliere tutte le opportunità che tale esperienza poteva darmi, dal punto di vista umano, didattico e della pratica professionale.
 
Hai incontrato difficoltà nell’inserirti all’interno dell’azienda?
No, anzi. Mi sono inserito molto bene e velocemente all’interno del team di lavoro. Ho trovato persone molto preparate, interessate a collaborare con giovani di altre nazionalità.
 
Dopo aver svolto questa prima esperienza di tirocinio all’esterno, ritieni che l'istruzione universitaria ti abbia adeguatamente preparato per l'attività lavorativa svolta? E quali differenze hai riscontrato rispetto ai colleghi di altre nazionalità?
Concepisco l’università come luogo preposto alla formazione prima di tutto personale, e poi professionale. Da questo punto di vista ritengo che l’istruzione universitaria costituisca il 50% della formazione. Il restante 50% è lo studente a doverselo costruire, secondo le proprie attitudini e motivazioni.
I colleghi provenienti da altre nazioni hanno una marcata attitudine al dialogo, al confronto, al lavoro di gruppo. Tendono a sperimentare maggiormente dal punto di vista pratico, evitando inutili lungaggini teoriche.
 
L'esperienza del tirocinio ti ha aiutato a definire meglio le tue inclinazioni professionali? In che modo?
Senza dubbio il confronto con la realtà professionale tedesca mi ha dato molto e mi ha aiutato a inquadrare meglio il mio orizzonte professionale. La possibilità di un confronto sincero e l’affidamento di responsabilità nel processo progettuale contribuiscono ad aumentare la propria autostima e a perfezionare le idee e le scelte alla base del progetto.
 
Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi che si affacciano, sfiduciati, nel mondo del lavoro?
Credo sia essenziale individuare la dimensione professionale nella quale ci si vuole inserire, e quali aspetti della professione si vogliono focalizzare.

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