24/06/2011

Rapporto Orientamento 2010

Il tema dell’orientamento, nei suoi molteplici aspetti, è stato affrontato dall’ISFOL lo scorso 26 maggio, presso il Centro Congressi Frentani di Roma, durante il convegno per la presentazione del “Rapporto Orientamento 2010. L’offerta e la domanda di Orientamento in Italia” organizzato dall’Area Politiche per l’orientamento. L’evento è stato anche un’occasione importante di confronto tra le istituzioni e gli esperti del settore.

Il rapporto si inserisce in un contesto nazionale ed europeo, caratterizzato da grandi cambiamenti ed emergenze, nel quale non esiste target di popolazione che non sia toccato da un problema di orientamento, ovvero di scelta. Come premessa, nel Rapporto si evidenzia che le fasi di transizione seguono l’individuo per tutta la sua esistenza (vita attiva/vita passiva, scuola/lavoro, lavoro/lavoro, lavoro/disoccupazione, ecc.) e, quindi, in questo senso “orientare” diventa azione cruciale e strumento fondamentale da utilizzare al meglio in tutte le fasi della vita.
Le trasformazioni verificatesi nella società si riflettono sul mondo della formazione e del lavoro e, di conseguenza, sulle competenze che gli individui devono possedere: il capitale umano iniziale ha bisogno di un continuo sviluppo e ampliamento delle proprie abilità/competenze. La permanenza media nella stessa professione, si legge nel Rapporto, è di otto anni, con differenze fra paese e paese (in Danimarca ad esempio si riduce a quattro anni). Alla luce di questi dati, l’orientamento è quindi uno strumento attraverso cui le persone si cimentano nel costruire e ricostruire le proprie risorse e diventa il presupposto di una formazione continua. Nei paesi come l’Italia, nei quali la disoccupazione giovanile raggiunge livelli molto elevati, l’orientamento, in ogni suo aspetto, ricopre una funzione importante in quanto può sostenere ed aiutare le persone a rischio di esclusione sociale (nel nostro Paese il 22% dei giovani non studia e non lavora).

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