07/05/2014

Qurami: un'idea, una start up...oggi un'impresa

Intervista a Manolo Abrignani - Head Business Development & Co-Founder presso Qurami srl, la società nata dalla creazione della prima applicazione che consente di prenotare il proprio turno allo sportello tramite smartphone. In questo modo si evitano le lunghe attese in fila e grazie a notifiche personalizzate ci si reca allo sportello solo all’avvicinarsi del proprio numero.

Parliamo di start up e innovazione, in cosa consiste esattamente Qurami e da chi è formato il vostro team di lavoro?
La cosa bella di Qurami è che nasce da un contest di idee imprenditoriali chiamato “Startup Weekend”. Lì Roberto Macina, all’epoca neo laureato in Ingegneria Informatica a RomaTre, condivideva con i partecipanti il disagio che aveva provato nello stare in fila presso la segreteria studenti e arrivò l’idea: un’app che facesse la fila al posto suo. Io ero in quella platea e da lì è partita la nostra avventura. Poi nel percorso abbiamo avuto la fortuna di incontrare dei talenti che hanno sposato il progetto ed il team si è allargato, primo su tutti Bruno Bellissimo, nostro CTO. Oggi la squadra è composta da 12 persone che lavorano in “modo distribuito” in Italia e nel mondo, grazie a strumenti come HipChat, GitHub, Trello.

Quali sono stati i principali ostacoli incontrati prima di riuscire ad ottenere i finanziamenti necessari per lanciare il progetto e costituire la società?
Trovare i fondi per iniziare non è stato difficile ed oggi è ancora più facile. Certo, non si può chiederli all’avventura. Noi abbiamo trovato l’interesse di Luiss EnLabs, quando ancora era solo EnLabs nel 2011, grazie alla determinazione che abbiamo dimostrato come team e ad una piccola, ma chiara, demo. Successivamente ottenere credibilità da parte dei prospect, ovvero dei clienti potenziali, è stata la difficoltà maggiore. La natura del nostro business ci porta ad interloquire con le Pubbliche Amministrazioni, la Sanità e le grandi Corporate. Tutti soggetti che per retaggi culturali e professionali, ad dir poco superati, richiedono o prediligono un determinato tipo di “standing” da parte delle società che si propongono per una collaborazione. Una start-up, per sua natura, non può avere tale standing e quindi il farci ascoltare e validare non è stato assolutamente semplice.

Quali consigli daresti a un giovane con il desiderio di intraprendere un’avventura imprenditoriale?
Trovare almeno un socio con cui condividere l’avventura, possibilmente con competenze opposte alle sue. Credere fermamente nella propria idea e allo stesso tempo mantenere una predisposizione alle critiche positive, perché spesso ci indicano quello che per “miopia da coinvolgimento” non riusciamo a cogliere: non esiste un’idea, che sia rimasta tale e quale al suo concepimento nei primi 6 mesi di attuazione. Infine, l’ecosistema start-up è un ambiente che “si nutre dei propri fallimenti”. Ci sono molti studenti universitari, che hanno partecipato a programmi come InnovAction Lab, che hanno avuto l’opportunità di cimentarsi nel lancio di un’idea imprenditoriale. Alla fine del programma, molti di quelli che non hanno trasformato l’idea in impresa, hanno acquisito comunque competenze imprenditoriali che hanno contribuito a prendere decisioni per il proprio percorso di studi e/o professionale.

L’App di Qurami ha ottenuto un grande successo in Italia ed è stata già adottata da alcune università romane, dall’Agenzia per la Mobilità e dai comuni italiani. Quali sono i prossimi obiettivi?
L’internazionalizzazione è la strada per qualsiasi start-up. Non importa che tu faccia cleantech, fintech, biomedics o digital: l’Italia deve rappresentare un ambiente di “test” per poter scalare mercati più ampi. Questo processo facile da esprimere incontra logicamente numerosi ostacoli. A cominciare dalla “localizzazione” ovvero il processo di adattamento di un bene o servizio alla lingua e alla cultura di un nuovo mercato, sino alla distribuzione commerciale e alla relativa contrattualistica. Noi ad esempio beneficiamo di una Corporate Membership all’Italian Chamber of Commerce and Industry for the UK e le agenzie governative preposte e abbiamo vinto un programma governativo istituito da UK Trade & Investments, l’equivalente britannico dell’Istitituto per il Commercio con l’Estero oggi divenuto Italian Trade Agency, che ci stanno aiutando tantissimo nelle presentazioni istituzionali e nel set-up legale di un nostro ufficio su Londra.

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