12/06/2015

L'orientamento di II° livello: intervista a Gabriella Mazzeo

Gabriella Mazzeo

Psicologa e psicoterapeuta, mi occupo di orientamento al lavoro e placement in ambito universitario dal 2007. Ho partecipato alla realizzazione di progetti volti a favorire l’inserimento occupazionale e la qualificazione dei servizi alle imprese, anche in collaborazione con Italia Lavoro Spa, ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Faccio parte dello staff di Gradi di libertà (www.gradidiliberta.it) progetto di servizi per la persona e la famiglia realizzato da una rete di associazioni professionali presenti sul territorio di Roma e Provincia.

E’ stato da poco pubblicato il settimo Quaderno di SOUL – Orienta specificatamente dedicato all’esperienza di Orientamento di II° Livello che avete svolto con alcuni ragazzi. In cosa consiste il servizio che avete offerto?

Con il servizio di orientamento di secondo livello abbiamo offerto a laureati e laureandi una consulenza personalizzata per accompagnarli nella delicata fase di transizione dagli studi al lavoro. In un percorso di tre incontri, abbiamo cercato di fornire a ciascuno strumenti per definire un obiettivo professionale, individuare elementi di forza e di criticità e identificare i passi da compiere.
Il servizio è stato sviluppato da un gruppo di quattro psicologhe (hanno fatto parte del gruppo di lavoro la dott.ssa Barbara Cafaro, la dott.ssa Elsa Fiorentini e la dott.ssa Berenice Sbarra) con una lunga esperienza all’interno di SOUL come operatrici di placement, in collaborazione con il prof.Carlo Magni, Direttore Scientifico SOUL e la dott.ssa Eleonora Renda, referente SOUL per i servizi di orientamento.
In questi anni, grazie al contatto diretto con studenti e laureati negli sportelli SOUL Sapienza, abbiamo visto come, accanto a una dimensione più informativa, sia utile sollecitare le persone a riflettere sul proprio progetto professionale, sulle conoscenze e le capacità acquisite con gli studi universitari, sulle attese e le aspirazioni lavorative.

Quali sono i benefici di un percorso di Orientamento di secondo livello per i giovani laureati?

La crisi economica degli ultimi anni e, ancora prima, le trasformazioni che hanno interessato il mercato del lavoro hanno modificato profondamente le modalità di ingresso nel lavoro per i laureati, e gli stessi percorsi di carriera. Ci si potrebbe fermare al dire: “il lavoro non c’è”. Pur non sottovalutando le difficoltà che l’accesso al mercato del lavoro pone oggi ai laureati, con il servizio di orientamento di secondo livello abbiamo provato a chiederci come, in una situazione così difficile, un servizio di placement può aiutare ciascuno a trovare una strada percorribile. Questo implica, per un laureato, chiedersi: in che tipo di lavoro mi vedo? Riesco ad individuare i passi da compiere per realizzare il mio progetto? Ma anche: come vivo la formazione che ho acquisito? Cosa sento di poter proporre?
Dare attenzione a questi aspetti può essere di aiuto per scegliere in maniera mirata l’ente in cui svolgere un periodo di tirocinio, per organizzare la propria candidatura per un’opportunità di lavoro o per sviluppare un’idea di impresa. Abbiamo cercato, caso per caso, di definire con la persona strategie e ipotesi di intervento coerenti con la singola domanda di orientamento, evitando di proporre indicazioni generiche poco calate nelle situazioni proposte dagli utenti. Il nostro obiettivo era aiutare gli studenti e i laureati a mettersi in un’ottica progettuale e di costruzione del proprio percorso, e a riconoscere le molteplici componenti in gioco nella ricerca del lavoro.
 
E’ possibile, secondo la tua esperienza, che alcuni ragazzi non riescano a mettere a fuoco il proprio percorso lavorativo anche dopo molti anni di studio?

Il percorso lavorativo è una strada da costruire, passo dopo passo. Oggi non possiamo immaginare un’operazione di traduzione semplice né lineare del titolo di studio in un ruolo professionale. Si può arrivare alla laurea pensando di avere poco da offrire ad un potenziale committente. Si può sentire la propria formazione molto distante da un mercato del lavoro che cambia velocemente.  Oppure si può essere ancorati rigidamente a una rappresentazione stereotipale e non più attuale del lavoro. Questi sono solo alcuni degli elementi che possono rendere più difficile la messa a fuoco del proprio percorso professionale.
O ancora: pensiamo al fatto che sempre più per i laureati il percorso lavorativo si sviluppa attraverso esperienze brevi, frammentate e poco coerenti con gli studi fatti. In questo scenario si può fare fatica a costruire un’identità professionale sufficientemente definita.  
Occorre considerare, inoltre, che è possibile che durante gli studi non si riescano a trovare spazi adeguati per occuparsi di questi temi. Non avere elementi sufficienti per conoscere e interfacciarsi con il mercato del lavoro può, allora, essere vissuto come un aspetto di debolezza dell’individuo, una mancanza, un’incapacità da correggere. Con il servizio di orientamento di secondo livello abbiamo voluto proporre, invece, l’opportunità di confrontarsi con un orientatore, avere riscontri puntuali sulle modalità con cui ci si interfaccia con il lavoro e acquisire strumenti utili. Nella nostra prospettiva l’orientamento di secondo livello non si occupa di persone problematiche ma di processi poco efficaci di inserimento al lavoro, da pensare e riorganizzare. Per questo motivo abbiamo voluto raccontare nel Quaderno alcune storie di orientamento: speriamo che, nel leggere, le persone possano riconoscersi e pensare anche alla propria esperienza.

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