20/09/2013

L’outplacement collettivo in Italia - Intervista a Maurizio Carucci

Maurizio Carucci, giornalista dell’Avvenire è, insieme a Teresa Maggiore esperta di Outplacement per conto dell’Institute of Career Certification International (ICCI), autore del libro “L’outplacement collettivo in Italia” edito da Libri Este.

Con il termine outplacement si indica "l'attività di reinserimento e orientamento professionale di quei soggetti la cui attività non è più ritenuta funzionale alle strategie aziendali. L'outplacement ha dunque il pregio di rendere meno traumatica l'interruzione del rapporto di lavoro e la contestuale ricerca di una nuova collocazione professionale".

Il tema viene sviluppato in tre parti:

  • La storia dell'outplacement collettivo in Italia, dove vengono ricordati grossi progetti privati e affrontati nel dettaglio i casi delle chiusure degli stabilimenti dell'Italsider di Genova Campi e dell'Italsider di Napoli Bagnoli (1988/1990).
  • La metodologia, dove viene illustrato il servizio di outplacement collettivo con il dettaglio tecnico delle tre macro-fasi: la fase di costruzione del progetto, la fase di attivazione del progetto e la fase di lancio dell'attività.
  • Il supporto alla ricollocazione professionale nel Pubblico, dove si cerca di dimostrare che anche nel pubblico, se la metodologia viene applicata correttamente, le percentuali di ricollocazione si possono alzare quasi al livello delle attività di outplacement collettivo nel privato

L’Outplacement è un tema davvero poco diffuso in Italia. Può spiegarci di cosa si tratta?
In realtà è uno strumento che è stato adoperato in passato per la dismissione di grandi aziende. Nel libro ci occupiamo proprio del ricollocamento dei lavoratori dell’Italsider di Genova e Napoli negli anni Ottanta. C’erano stati fondi e leggi che favorivano l’outplacement. Non è diffuso nel nostro Paese perché è molto più facile gestire gli stati crisi con la cassa integrazione.

Rispetto ad altri paesi europei perché nel nostro Paese è così poco utilizzato?
Evidentemente è un fatto culturale ed etico. Oltre che di convenienza economica. È molto più comodo per gli imprenditori gestire stati di crisi e perdite con misure che sono a carico della collettività.

Nel libro viene approfondita la metodologia dell’outplacement. Se applicata correttamente quali risultati può dare?
Intanto si ridurrebbero i costi per la collettività. Poi ci sarebbe un percorso di bilancio di competenze e di formazione mirato alla rinascita della persona in esubero. E poi sarebbe una politica attiva in rado di ridurre le tensioni sociali.

Quali sono le prospettive future dell’outplacement?
Se si liberassero risorse (che pure ci sono) si potrebbe rendere questo strumento utile per tutti gli imprenditori che intendono licenziare i propri dipendenti. In alcuni Paesi funziona ed è addirittura obbligatoria.  Per il momento in Italia si aspetta l’approvazione di uno dei tre disegni di legge che riguardano l’outplacement.

Il libro “L’outplacement collettivo in Italia” è disponibile per la consultazione presso la biblioteca SOUL Sapienza (Via Cesare De Lollis, 22 - Roma) previo appuntamento. Per prenotarsi inviare un mail a info@jobsoul.it oppure telefonare allo 06/49707507

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