04/06/2012

Istat - Le prospettive per l’economia italiana: 2012-2013

Per il 2012 l’Istat prevede una riduzione del Pil italiano pari all’1,5%, provocata da una contrazione della domanda interna, non pienamente compensata dalla dinamica positiva della domanda estera netta, la quale riflette la forte discesa dell’import (-4,8%) e una tenuta dell’export (+1,2%).
 
L’Istat diffonde per la prima volta le previsioni per l’anno 2012 e 2013 a seguito della soppressione dell'ISAE, disposta nel 2010, e al trasferimento delle sue funzioni all'Istituto di Statistica. Nei primi mesi del 2012 è proseguita la fase recessiva che ha caratterizzato la seconda parte dello scorso anno. Il profilo negativo dell’attività economica è stato guidato da una diminuzione dei consumi privati, alla quale si è associato un leggero aumento della propensione al risparmio delle famiglie. Dunque i segnali che provengono dagli indicatori anticipatori lasciano prevedere il perdurare della debolezza dei consumi.
Tenuto conto di queste dinamiche, dello scenario internazionale, degli effetti delle manovre di consolidamento fiscale, approvate negli ultimi mesi, per l’anno 2012 si prevede una riduzione del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari all’1,5%, provocata da una contrazione della domanda interna, non pienamente compensata dalla dinamica positiva della domanda estera netta, la quale riflette la forte discesa dell’import (-4,8%) e una tenuta dell’export (+1,2%). (Prospetto 1).
 

Prospetto 1. Previsione per l’economia - PIL e principali componenti

Fonte: Istat

La marcata riduzione degli investimenti fissi lordi (-5,7%) è causata dalle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese e dalla debolezza della domanda attesa. La diminuzione dell’occupazione e la perdita di potere d’acquisto sono previste comprimere la spesa per consumi delle famiglie (-2,1%). Le misure di consolidamento della finanza pubblica avranno un impatto negativo sui consumi collettivi. Nel 2013, si prevede che il tasso di crescita del Pil torni ad essere leggermente positivo (+0,5%) per effetto del rafforzamento della domanda mondiale e di una debole ripresa degli investimenti delle imprese. Il prossimo anno la crescita del commercio mondiale dovrebbe sostenere le esportazioni italiane (+4,0%), anche se il contemporaneo incremento delle importazioni (+2,3%) attenuerebbe il contributo positivo alla crescita del Pil.
Tuttavia, il permanere o l’aggravarsi delle tensioni sui mercati finanziari, con il conseguente ampliamento del differenziale dei rendimenti sui titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi, e una dinamica meno vivace del commercio mondiale costituiscono i principali fattori di rischio al ribasso per queste previsioni.
 

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