08/09/2011

Intervista a Valeria Morelli - Tirocinante presso Conseil Economique Social Environnemental

Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scegliere un tirocinio all’estero?
Ho sempre avuto il desiderio di fare un’esperienza lavorativa all’estero.
Dopo aver cercato, senza successo, uno stage a Roma, mi si è presentata l’opportunità di fare un colloquio per uno stage al Conseil économique, social et environnemental a Parigi.
Avevo avuto già modo di conoscere la città durante un soggiorno studio anni  prima e mi ero trovata benissimo, ecco perché sono stata felice di essere stata scelta e sono partita piena d'entusiasmo. 

Riguardo l’azienda ospitante: hai incontrato difficoltà ad inserirti? il Progetto Formativo è stato rispettato? Le facilitazioni ricevute (rimborso spese, buoni pasto, ecc) sono state sufficienti per il soggiorno all'estero?
Ho avuto la fortuna di lavorare in un ambiente estremamente collaborativo. Ovviamente, soprattutto all’inizio, ho incontrato delle difficoltà con la lingua ma il mio tutor ed i miei colleghi si sono manifestati subito comprensivi e mi hanno  aiutata.
Il progetto formativo è stato rispettato: ho avuto modo di vedere il ciclo di vita di un evento e di capire quanti meccanismi e variabili diverse concorrono alla sua realizzazione.
Ovviamente così come all'università ci sono materie che ti appassionano e affronti con piacere ed altre che invece studi perché sei obbligato a farlo, anche nel lavoro è cosi, ma alla fine anche i compiti “noiosi” si sono rivelati utili per la mia crescita professionale. Per quanto riguarda le facilitazioni previste, il mio rimborso spese (che rappresenta il minimo legale per uno stage superiore ai 2 mesi in Francia) è stato sufficiente a coprire soltanto le spese accessorie.
Il costo degli affitti a Parigi è molto alto e trovare un alloggio è impresa ardua. Questo è un aspetto non di poco conto per chi è interessato a vivere un'esperienza lavorativa nella capitale francese.  

L'esperienza del tirocinio ti ha aiutato a definire meglio le tue inclinazioni professionali? Se sì, in che modo? La ritieni una valida esperienza formativa?
L’esperienza formativa all’estero è stata sicuramente chiarificatrice. Mi sono avvicinata ad un mondo, quello dell'organizzazione di eventi, che non avevo mai preso in considerazione e che mi ha positivamente colpito. Penso potrebbe essere un settore interessante nel quale lavorare.       

Dopo aver svolto questa prima esperienza di tirocinio all’esterno, ritieni che l'istruzione universitaria ti abbia adeguatamente preparato per l'attività lavorativa svolta? E quali differenze hai riscontrato rispetto ai colleghi di altre nazionalità?
L’istruzione ricevuta è stata una buona base di partenza. Vi è una grande differenza tra la teoria che si apprende a lezione e sui libri e il lavoro pratico che s’impara giorno dopo giorno sul “campo”. In Francia i ragazzi finiscono le scuole superiori a 17 anni, quindi rispetto a noi, entrano prima nel mondo universitario e fanno prima pratica con gli stage. In un CV è molto importante avere almeno 3-4 esperienze di stage ed aver svolto piccoli lavori, infatti, i miei colleghi stagisti vantavano un curriculum più ricco del mio.

Secondo te, quali sono i passi in avanti che l'Università, ed in particolare il servizio di placement SOUL, dovrebbe fare per agevolare i laureati nell’avvicinarsi al mondo del lavoro?
Il servizio di placement dovrebbe aiutare gli studenti e le aziende per tutto ciò che riguarda le pratiche burocratiche.
Oltre a presentare le offerte di  lavoro, dopo il colloquio e l’ok dell’azienda, bisognerebbe rendere facile l’iter di attivazione dello stage.
Ottenere una convenzione da un'università francese è molto facile ed è lo studente ad autocompilare il modulo che poi viene validato sia dall’azienda ospitante che dall’università.
Chiedere ad un'azienda/ente straniero di registrarsi sul sito jobsoul.it inserendo molti dati sensibili e soprattutto di riempire un formulario in italiano è davvero follia! Oggigiorno per noi studenti, laureandi e laureati trovare uno stage rappresenta un notevole sforzo. La competizione nel mondo del lavoro e la velocità a cui corrono le aziende, non permette di perder tempo. Coloro che decidono di intraprendere un progetto lavorativo all'estero dovrebbero essere facilitati e non ostacolati.
Ritengo che un'università importante come La Sapienza abbia il dovere di sostenere e stare al fianco degli studenti in progetti di questo tipo.

Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi che si affacciano al mondo del lavoro per la prima volta?
Il mio consiglio è quello di essere pronti a vivere qualcosa di nuovo ed essere disposti a cambiare il proprio punto di vista.
Studio e lavoro sono due mondi diversi. Bisognerà accettare di ricevere critiche, fronteggiare la pressione, mettersi in discussione sapendo che è una strada tutta in salita.
Tuttavia alla fine della giornata, quando si torna a casa stanchi e talvolta demotivati, si potrà essere soddisfatti di vedere che i sacrifici fatti e il tempo impiegato concorrono alla realizzazione di qualcosa di importante. 

 

Categoria: