05/03/2014

Intervista a Ugo Picarelli – Direttore FareTurismo Italia

In occasione dell’evento FareTurismo, in programma a Roma dal 12 al 14 marzo, abbiamo intervistato il Direttore Ugo Picarelli per avere maggiori informazioni sull’iniziativa, conoscere le opportunità di lavoro che il settore turistico offre ai giovani e capire quali siano le competenze e i profili professionali maggiormente richiesti. Buona lettura!
FareTurismo giunge alla sua IV edizione nella città di Roma, quali sono le novità più rilevanti di quest’anno?
FareTurismo amplierà la sua attenzione alla enogastronomia e ristorazione con il suo nuovo brand “FareAgroalimentare” proprio nell’attesa del grande evento Expo Milano 2015, che ha voluto concedere il patrocinio morale unitamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’obiettivo è rendere protagonista il tema dell’Expo “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” nelle sue declinazioni di turismo ed agroalimentare, in particolare enogastronomia e ristorazione, settori primari per lo sviluppo locale e l’occupazione. Da questa premessa nasce la decisione di replicare l’appuntamento anche a Milano nel 2014 e nel 2015.
 
Ogni anno proponete il confronto tra formazione e lavoro, secondo Lei, esiste ancora un divario fra mondo accademico e realtà lavorativa? Se sì, quali sono i passi in avanti che l’università dovrebbe compiere per avvicinarsi alle necessità del sistema produttivo?

Il turismo oggi in Italia ha una offerta formativa accademica ancora alquanto cospicua (A.A. 2013/14: 20 corsi di laurea triennale L15 e 15 di laurea magistrale LM49 in Scienze del Turismo; 9 triennali e 7 magistrali di classi miste; 12 master di I livello e un master di II livello), nonostante la forte riduzione di corsi di laurea e master (circa 150) rispetto a 10 anni fa.
Il contributo formativo dei corsi accademici non è sempre consono alle esigenze delle aziende, che non vengono quasi mai invitate a progettare e condividere i percorsi didattici. Questo gap si riflette, poi, sui laureati che non trovano immediata spendibilità dei loro currricula nel mondo del lavoro.
Per non parlare dell’offerta formativa non accademica, con tante offerte poco qualificate da parte di realtà private che si sono inserite a vario titolo cavalcando i trend del turismo. Nella proposta didattica occorre fornire agli studenti: docenti riconosciuti, competenti e affidabili, oltre a contenuti aggiornati e innovativi, efficaci modalità di erogazione dei corsi ed esperienze sul campo concrete e utili.
 
Dal bollettino trimestrale Excelsior, relativo alle previsioni di assunzione formulate dalle imprese per il IV trimestre 2013, emerge che i settori capaci di ridare slancio all’occupazione sono turismo e “alimentare”. Secondo Lei la formazione nel settore turistico può essere un proficuo investimento per il futuro dei giovani?

FareTurismo rinnova l’impegno ad accompagnare i giovani ad esprimere il proprio potenziale, indirizzandoli alle nuove opportunità di formazione e di lavoro nel turismo e nell’enogastronomia. Nel mondo sono oltre 74milioni i disoccupati, e circa 290milioni - più di un quarto dei giovani del pianeta - non studiano e non lavorano. Il settore turistico è il più grande datore di lavoro: rappresenta quasi il 10% dell’occupazione mondiale e si prevede che genererà 73 milioni di nuove posizioni entro il 2022. Proporsi al mercato del lavoro significa dotarsi di competenze necessarie ed individuare le opportunità nell’industria dell’ospitalità e della ristorazione.
Un rapporto recente del World Travel & Tourism Council (Wttc) dimostra che la mancanza di informazioni, valutazioni errate e preconcetti sono tra le principali barriere che impediscono ai giovani di cercare impiego nell’ospitalità. Questi, uniti alle scarse competenze, soprattutto relazionali e umane, rappresentano una sfida per l’hôtellerie.
La mancanza di talenti rappresenta un gap per le aziende oltre a contribuire alla disoccupazione giovanile. I colloqui di selezione a FareTurismo, circa 1.500 con prestigiose aziende, rappresentano un’ambita opportunità di lavoro e carriera per i giovani che, provenienti da tutte le regioni italiane, si candidano, avendone i requisiti. Agli studenti degli Istituti Professionali sono riservati, invece, i colloqui di orientamento, circa 500, con i Centri per l’impiego della Provincia di Roma e con la Rete Eures del Ministero del Lavoro, al fine di acquisire padronanza durante un colloquio, conoscere le tecniche di recruiting e i programmi comunitari dedicati ad esperienze nelle università e nelle imprese europee.
 
Quali sono le figure professionali maggiormente richieste dalle aziende e quali le competenze necessarie per lavorare nel turismo?

Nonostante la crisi abbia ridotto negli ultimi due anni le assunzioni nel turismo, le nuove competenze legate al web ed ai social non hanno esaurito le proprie potenzialità e l’innovazione tecnologica sta portando sempre più ad una diversificazione delle professioni.
Cresce anche l’ attenzione sui profili legati alle destinazioni e alle esperienze da far vivere al turista.
Al di là del lavoro dipendente lo sbocco professionale si sta orientando anche verso la capacità imprenditoriale, come la nascita di startup con servizi di booking di tipo diverso, che lavorano sempre più sulla disintermediazione dell’offerta, dando strumenti al consumatore o all’operatore per andare direttamente sul mercato. Altri campi promettenti sono le app, che sfruttando la georeferenziazione, danno contenuti o servizi a valore aggiunto e le startup che fanno leva sul social marketing e sullo storytelling dei luoghi.
 

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