19/06/2013

Intervista a Manuela Palumbo - Arthur D. Little S.p.A.

In occasione della presentazione aziendale di Arthur D. Little S.p.A in programma per il 24 giugno presso l’Aula del Consiglio al II° piano della Facoltà di Economia in Via del Castro Laurenziano 9, SOUL ha intervistato la dott.ssa Manuela Palumbo-HR Co-Ordinator di Arthur D. Little S.p.A. per capire meglio qual’è l’iter di selezione, quali sono le figure ricercate dall’azienda e, soprattutto, quali sono i consigli per affrontare al meglio il colloquio di lavoro.

Quali sono le figure professionali da voi ricercate e quali sono i percorsi di selezione che utilizzate?
Nelle occasioni di incontro presso le Università Arthur D. Little cerca giovani laureati (o laureandi) in economia o ingegneria gestionale/telecomunicazioni, che abbiano conseguito il titolo nei tempi canonici e con il massimo dei voti, da inserire in stage di sei mesi finalizzati all’assunzione. Il nostro processo di selezione è articolato in tre sessioni successive, mirate ad approfondire gli aspetti curricolari e personali, verificare la motivazione, le soft skills e le competenze maturate (comunicazione, doti di leadership, conoscenza dei settori industriali e delle metodologie), valutare la capacità di affrontare e risolvere casi aziendali. La consulenza strategica è chiamata ad operare in contesti di analisi dinamici ed a rispondere a quesiti sempre nuovi e di frontiera: alla solida preparazione di base si deve affiancare una capacità di indirizzo dei problemi e di risoluzione degli stessi. Ciascuna sessione consta di due interviste individuali, in italiano e in inglese, inizialmente con i nostri Consulenti senior e con i Manager e successivamente con i Principal e almeno un Partner.

Quali suggerimenti si sente di dare ad un giovane che si appresta a sostenere un colloquio di lavoro? 
Per un giovane il consiglio più importante è quello di avere una prospettiva di medio-lungo termine, dare cioè il giusto peso alla costruzione di una professionalità solida ed all’esperienza che potrà essere maturata nel tempo privilegiando percorsi di crescita rispetto a soluzioni più agevoli e/o di più immediata convenienza. Per l’approccio al colloquio, in termini più operativi, i consigli più ovvi sono quelli più utili, in quanto spesso trascurati. Innanzitutto, si raccomanda la precisione nella stesura del CV, la preventiva acquisizione di una conoscenza di base della società, la cura dell’abbigliamento ed, in generale, un atteggiamento positivo. E’ valutata positivamente la manifestazione di interesse per un approfondimento della conoscenza della società e dell’opportunità lavorativa attraverso la sottoposizione di domande.

SOUL (Sistema Orientamento Università Lavoro) ha come obiettivo principale quello di avvicinare i giovani al mondo produttivo e del lavoro, ritiene che appuntamenti come quello di oggi siano vantaggiosi sia per l’azienda che per studenti e laureati. Perchè?
Si tratta certamente di occasioni importanti: durante questi incontri, gli studenti entrano in contatto diretto con i nostri consulenti e con il recruitment team e possono conoscerci più a fondo, porci qualche domanda, soddisfare le proprie curiosità e valutare la possibilità di candidarsi per entrare nel mondo della consulenza strategica e più nello specifico in Arthur D. Little. In ogni caso rappresentano occasioni per entrare in contatto con il mondo del lavoro ed iniziare ad inquadrare al meglio i propri desiderata e le proprie scelte.

Per incrementare l’occupazione giovanile si sta puntando molto sul contratto di apprendistato, ritiene che sia un valido strumento per diminuire i tempi di transizione dalla formazione al mondo del lavoro? Quali sono, secondo Lei, i punti di forza e quelli di debolezza di questa forma contrattuale? 
Il contratto di apprendistato è certamente un valido strumento per inserire giovani in un’azienda e il suo maggiore punto di forza, per le aziende, è costituito dagli incentivi economici e normativi che garantisce. Per un giovane che si affaccia al mondo del lavoro, è contemporaneamente un periodo di lavoro e di formazione e da maggiori garanzie in quanto ha gli stessi oneri (subordinazione) e onori (ferie e malattie pagate) di un contratto a tempo indeterminato.  Il grande punto di debolezza di questo genere di contratto è costituito dalla macchina burocratica che va messa in moto per attivarlo, che ritengo porti le aziende di piccole dimensioni a rinunciarvi.

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