12/02/2012

Intervista a Diana Bellagamba - Tirocinante presso l'Engim

Dopo aver conseguito il diploma di Liceo Linguistico nel 2006, si è iscritta al corso di Laurea in Lingue e Letterature moderne dell’ex Facoltà di Scienze Umanistiche. La laurea triennale è stata conseguita nel dicembre 2010 a cui è seguita l’iscrizione al corso di Laurea Magistrale in Scienze del Testo.


Quando hai scelto a quale facoltà iscriverti, oltre all'interesse per la materia, hai valutato le possibilità lavorative che quella specializzazione poteva fornirti?
La scelta del percorso accademico è stata dettata unicamente dalla mia passione e dalla volontà di approfondire determinate tematiche presenti nel corso di studi di laurea, offerto dalla ex Facoltà di Scienze Umanistiche. Solo in un secondo momento ho cominciato a ragionare sul mio futuro cercando di comprendere quali potessero essere le mie prospettive occupazionali. Con l’avvicinarsi della conclusione del percorso di studi avvertivo, sempre di più, la necessità di capire sia in quali ambiti lavorativi potermi proporre sia, soprattutto, come sfruttare al massimo le conoscenze acquisite.
 
Il tirocinio che hai appena concluso si è rivelato utile ai fini lavorativi? Quali aspettative hai riposto in questa esperienza?
Il tirocinio è stato essenziale. In primo luogo perché mi ha dato l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro e conoscere, così, le corrette modalità per approcciarlo. In secondo luogo è stato un momento importante per fare il punto della situazione su quali fossero le mie reali aspirazioni occupazionali. Nel corso del tirocinio ho avuto la possibilità di svolgere diverse attività che mi hanno aiutato a sviluppare sia una maggiore consapevolezza dei campi nei quali riesco ad esprimere al meglio le mie competenze e conoscenze sia quelli, invece, per me meno adatti. Certamente questa esperienza è stata cruciale nel definire le mie scelte. Posso affermare che l’aspettativa di riuscire ad avere una visione più nitida sul mio futuro lavorativo non è stata disillusa.
 
Questa esperienza ti ha aiutato a definire meglio le tue inclinazioni professionali?
Assolutamente sì, anche in questo caso, torno a ripetere, l’esperienza di tirocinio mi è stata di grande aiuto. Una volta delineate le mie competenze, ho compreso le mie inclinazioni professionali, ma soprattutto, ho finalmente sviluppato delle aspirazioni lavorative, che prima non avevo. Ovviamente dovrò tener conto della non rosea congiuntura economica odierna, ma almeno a livello personale mi sento pronta, perché so quale strada voglio e devo percorrere per raggiungere i miei obiettivi e migliorarmi professionalmente.
 
Consiglieresti ad uno studente o neolaureato di svolgere un’esperienza di tirocinio? Se si perché? 
Decisamente! La consiglierei principalmente ad un neolaureato perché, rispetto ad uno studente, è libero da impegni di studio ed esami e può, quindi, investire tutto il suo tempo e impegno nel tirocinio. Con questo primo passo nel mondo del lavoro, può capire se le conoscenze apprese all’università siano realmente utili e spendibili, o valutare se approfondire alcuni studi, o ancora, selezionarne dei nuovi ed arricchire ulteriormente il proprio curriculum formativo.
 
Quale suggerimento ti senti di dare ai tuoi colleghi che si affacciano al mondo del lavoro per la prima volta?
Potrà sembrare una banalità, ma consiglierei a tutti i miei colleghi di essere umili. Usciti dall’università è diffusa l’erronea convinzione o presunzione di sapere già tutto, solo perché in possesso di un titolo di studio. Per mia stessa esperienza così non è fin tanto che non ci si misura con la pratica ovvero con il lavoro nel quotidiano. I neolaureati dovrebbero quindi entrare nel mondo del lavoro in punta di piedi, mettendosi nella condizione di dover apprendere e crescere ancora molto. Nel lavoro, infatti, non contano solamente le conoscenze che si hanno in partenza, ma quanto quest’ultime si trasformino in competenze trasversali e competitive.

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