02/11/2010

Intervista alla Prof.ssa Laura Guazzone - Responsabile del progetto "Un ponte per...il lavoro"

Laura Guazzone è laureata in Lingue Letterature Straniere Moderne (Arabo) presso l'Università La Sapienza, diplomata presso il Pontificio Istituto Studi Arabo-Islamici di Roma ed ha studiato Relazioni internazionali presso la School of Oriental and African Studies di Londra. Dal 2005 è professore associato di Storia contemporanea dei paesi arabi presso la Facoltà di Studi Orientali della Sapienza. E' Consigliere scientifico del programma Mediterraneo–Medio Oriente dell' Istituto Affari Internazionali di Roma. Dal 1982 svolge attività di ricerca sulla storia contemporanea dei paesi dell'Africa mediterranea e del Vicino e Medio oriente. 

Un ponte per il lavoro è un progetto finanziato dalla Provincia di Roma, con l'obiettivo di fornire un orientamento professionale concreto agli studenti dei corsi di laurea in Lingue e Civiltà Orientali, in vista del loro inserimento nel mondo del lavoro.

Quali sono le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del progetto “Un ponte per…il lavoro” presso la facoltà di Studi Orientali della Sapienza?
A quali esigenze avete voluto rispondere con questo progetto? Il passaggio dalla condizione di studente a quella di laureato in cerca d'occupazione rappresenta sempre un momento di grande difficoltà e incertezza. Fornire tutti gli strumenti possibili di orientamento al lavoro ci sembra perciò,  soprattutto  nell’attuale momento di crisi economica, un completamento indispensabile dell’azione formativa svolta dall’università. Per questo ho deciso di sviluppare un progetto di orientamento all’ingresso nel mondo del lavoro rivolto ai nostri studenti: laureati e laureandi in Lingue e Civiltà Orientali. La specificità del progetto consiste nella focalizzazione delle azioni previste (seminari, visite guidate, laboratori) sui principali ambiti lavorativi in cui possono inserirsi i nostri laureati, grazie al loro profilo di esperti in una o più lingue orientali (cinese, giapponese, arabo ed altre), nonché nell’ambito culturale, storico, sociopolitico cui queste fanno riferimento. 

Quali sono gli strumenti necessari che, oggi, un neolaureato deve possedere per affacciarsi al mondo del lavoro? 
Un neolaureato deve conoscere e saper valutare bene quelli che gli economisti chiamano i  suoi “vantaggi comparativi”, cioè i punti di forza peculiari della sua capacità di offerta come lavoratore. Questi vantaggi comparativi  dipendono tanto dalle caratteristiche della formazione culturale realmente acquisita dal laureato, quanto dal suo profilo psico-attitudinale.  Su questa base è possibile costruire una strategia attiva, che guarda non  solo a  reperire le richieste di lavoro esistenti, ma anche a valorizzare la propria concreta capacità di offerta. E’ per questo che il nostro progetto traduce gli sbocchi professionali previsti dal manifesto degli studi in otto ambiti  diversi  (media e nell’informazione; turismo culturale e ricreativo; editoria e traduzione; cooperazione allo sviluppo; istituzioni internazionali; mondo della ricerca, mediazione culturale nelle professioni socio-assistenziali; creazione e promozione di eventi culturali)  in cui possono essere richieste le competenze linguistico - culturale specifiche dei nostri laureati. Per ciascuno di questi ambiti organizziamo seminari in cui è possibile incontrare professionisti del settore che spiegano a neolaureati e laureandi difficoltà e trucchi del mestiere e, da testimonial, illustrano, a partire anche dalla loro esperienza personale, esempi di successo nella ricerca di lavoro nel settore. Il confronto con questi professionisti e le loro esperienze, così come le visite guidate previste dal nostro  progetto presso alcune realtà lavorative, negli ambiti professionali individuati, permetteranno ai ragazzi di valutare meglio la propria specifica “vocazione” ad uno piuttosto che all’altro degli sbocchi professionali possibili. Questa valutazione delle proprie competenze culturali deve però accompagnarsi ad una valutazione concreta del proprio profilo psico-attitudinale e all’apprendimento di una capacità di autopresentazione attraverso una buona elaborazione del CV e del colloquio di lavoro. Nel nostro progetto lo sviluppo di questa capacità di valutazione del proprio profilo e capacità di presentazione è affidata ai laboratori, svolti in collaborazione con esperti del settore, tra i quali figurano gli operatori del SOUL. 

Quali sono, secondo Lei, i passi che l’Università deve intraprendere per facilitare il dialogo fra il sistema formativo e quello produttivo? 
I passi necessari per creare, tra sistema formativo e produttivo, un “ponte per il lavoro” (questo il titolo anche del nostro progetto) sono molteplici e molti di essi sono già stati intrapresi dalla Sapienza. Il problema è dotare tutti i sistemi previsti di risorse sufficienti, sottoporli a verifiche di qualità in base ai risultati e aggiornarli in continuazione in base all’evoluzione delle forme di comunicazione (oltre che della domanda e dell’offerta). Infine credo che vadano moltiplicati i micro-progetti come il nostro, in cui si cerca di dare risposte specifiche a domande specifiche (il profilo dei laureati in Lingue e Civiltà orientali) avvalendosi di tutte le risorse disponibili per sostenerle.  Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo potuto realizzare il progetto ‘alleando’ la facoltà con un’associazione non- profit molto attiva da anni nel campo della cooperazione (l’Ong “Un Ponte per…) e ottenendo per il progetto comune il finanziamento della Provincia di Roma. 

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