08/11/2010

Intervista alla Dott.ssa Graziella Gaglione - Relatrice alla giornata "Studiare negli USA e in altri paesi anglofoni"

Lo scorso 20 ottobre 2010, nella Sala Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza, Università di Roma, si è svolta la giornata informativa "Studiare egli Usa e in altri paesi anglofoni: le borse fulbright, h2cu (honors center of italian universities) e altre opportunita".  Durante  l’evento  sono state illustrate  a studenti, professori e ricercatori della Sapienza le opportunità di studio e ricerca negli Stati Uniti (borse  della Commissione Fulbright, borse di mobilità itraeuropee  della Sapienza,  rapporti di collaborazione e mobilità della Sapienza negli Stati Uniti). 

I  dati OCSE 2008 ci dicono che  sempre più  studenti usufruiscono dei  programmi di studio all’estero; per approfondire e capire questo fenomeno abbiamo intervistato la dott.ssa Graziella Gaglione - Ripartizione IX Relazioni internazionali presso l’Università La Sapienza di Roma e relatrice al convegno. 

I dati Ocse fotografano una situazione difficile per l’Italia, la cosiddetta fuga di cervelli è infatti in costante crescita (nel 2005 gli studenti che si trasferivano in atenei esteri erano 38.691, nel 2007 erano 41.394), perché, secondo Lei, gli studenti universitari e i neolaureati italiani si rivolgono sempre di più a paesi esteri per le proprie scelte accademiche? 
La fuga dei cervelli è un fenomeno difficile da censire, ma anche da determinare. Spesso lo si associa ad un atto di denuncia nei confronti del sistema-Paese, della riduzione dei fondi destinati alla ricerca, dell’inesistenza di regole meritocratiche. Altrettanto spesso si tratta semplicemente di partenze, e non fughe, derivanti da esigenze formative, professionali e/o personali. E’, dunque, difficile stabilire in via definitiva ed a priori il perché del fatto che sempre più neo-laureati si rivolgano a Paesi stranieri per il proseguimento della propria formazione. Del resto, anche Sapienza è diventata negli anni un collettore sempre più attraente per studenti stranieri di dottorato, post-doc e ricercatori in generale. Si tratta di fenomeni favoriti indubbiamente da vari fattori: così, se per un verso si è andato rafforzando il cosiddetto “topdown approach”, vale a dire un intervento dall’alto, grazie allo stanziamento a livello internazionale, europeo e nazionale di contributi alla mobilità, che si accompagna a riforme sensibili nell’assetto universitario a seguito dell’avvio del processo di Bologna, per un altro verso, questo stesso fenomeno viene sostenuto e rafforzato da una spinta dal basso, il cosiddetto “bottom-up approach”, che volge nella medesima direzione del fattore precedente e che consiste in una propensione crescente verso la ricerca della qualità formativa da parte degli studenti. 

Quali sono le possibilità per gli studenti della Sapienza di studiare e/o perfezionarsi all’estero? In che modo, secondo Lei, gli accordi quadro con relativi protocolli aggiuntivi ed esecutivi, i programmi di scambio culturale, le borse di studio e i vari accordi di collaborazione agevolano la mobilità degli studenti? 
La nostra università offre una gamma ampia di borse di studio per la mobilità degli studenti: dalle borse Erasmus alle borse Erasmus Mundus, alle borse per tesi all’estero a quelle per il perfezionamento all’estero, dalle borse sui protocolli di mobilità con università straniere a tante altre offerte derivanti da programmi europei come Leonardo o iniziative di carattere internazionale e/o nazionale e/o di Sapienza. Gli accordi quadro con i relativi protocolli esecutivi, che disciplinano la mobilità dei docenti e dei ricercatori in entrata ed in uscita con le università partner, ed i relativi protocolli aggiuntivi, che disciplinano la mobilità degli studenti in entrata ed in uscita con le università partner, sono semplicemente una delle tante modalità di erogazione di borse di studio da parte di Sapienza per favorire la mobilità, lo scambio, l’acquisizione di nuove competenze, professionalità, esperienze e per il corpo docente e per quello studentesco. Nel caso dei protocolli di mobilità studentesca, in particolare, l’agevolazione per gli studenti risiede, da un lato, nell’attribuzione agli studenti meritevoli di una borsa di studio per la copertura di spese di viaggio, soggiorno e quanto altro necessario durante la mobilità e, dall’altro, nella esenzione dal pagamento delle tasse presso l’università di destinazione. 

Quali caratteristiche devono possedere gli studenti o i laureati per poter accedere ai vari programmi di studio all’estero? 
Nella maggior parte dei casi i criteri di selezione degli studenti vengono fissati dalle singole facoltà, che in determinati periodi dell’anno, sulla base della disponibilità di fondi da parte della Ripartizione IX, ottengono un certo importo destinato a coprire in tutto o in parte le richieste di mobilità derivanti dai propri protocolli aggiuntivi di scambio studenti con università straniere. Di solito i criteri selettivi concernono il curriculum accademico degli studenti, il numero di esami sostenuti durante il corso di laurea, i voti ed i crediti ottenuti, la motivazione alla mobilità, la conoscenza della lingua straniera. 

Chi sono i ragazzi che maggiormente si interessano a tali programmi? 
E’ difficile stabilire a priori chi siano i ragazzi che si interessano a tali programmi. Ciascuno muove da proprie impostazioni ed esigenze personali. Se dovessi proprio tracciare un loro profilo, sulla base del loro passaggio nei nostri uffici per la firma dei contratti di assegnazione delle borse, si potrebbe dire che si tratta di studenti desiderosi di fare nuove esperienze, interessati agli aspetti sociali e culturali del Paese di destinazione, smarriti nell’approccio all’amministrazione pubblica, incuriositi e timorosi di affrontare da soli Paesi talvolta molto lontani e molto diversi per cultura, per lingua, per usi e costumi. Ricordiamo, infatti, che si tratta di mobilità verso Paesi extra-europei. 

Quali sono le possibilità per questi ragazzi, una volta terminati gli studi, di continuare a lavorare nel paese che li ospita? 
Non abbiamo proiezioni che riguardino questo aspetto, poiché gli studenti in mobilità sono ancora iscritti all’università e, pertanto, devono rientrare per completare la propria carriera. Alcuni dati interessanti emergono, invece, relativamente ad una iniziativa di Sapienza nell’ambito del programma Leonardo, Unipharma: si tratta di borse per la ricerca e la mobilità post-lauream e per i quali abbiamo traccia dei percorsi successivi. In particolare, circa il 25-30% dei beneficiari non rientra in Italia scegliendo di restare a lavorare nel Paese in cui si è svolta la mobilità oppure di trasferirsi in altri Paesi. 

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