09/05/2011

Intervista alla Dott.ssa Daniela Lancioni - Curatore Senior presso il PALAEXPO

Il 9 Maggio 2011 dalle ore  09.30 alle 13.00 presso Aula Odeion (Palazzo di Lettere), Sapienza Università di Roma (P.le Aldo Moro 5 – 00185 Roma), SOUL (Sistema Orientamento Università Lavoro) in collaborazione con la Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali, Sapienza Università di Roma, organizza il seminario “Lavorare per l’arte: Prospettive ed Opportunità”.

Per approfondire alcune tematiche che verranno affrontate nel corso del seminario, conoscere opinioni, suggerimenti e consigli abbiamo intervistato alcuni dei relatori all'evento.

Iniziamo riportandovi l'intervista realizzata alla Dott.ssa Daniela Lancioni, Curatore Senior presso il PALAEXPO.

Gentile Responsabile, in base alla Sua esperienza personale, per diventare Curatore Senior di un museo, quale percorso accademico e lavorativo suggerirebbe? 
A mio avviso, il miglior percorso formativo per il curatore museale è quello tradizionale dello storico dell’arte, ossia conseguire prima la laurea e poi la specializzazione. Esercitata al meglio, è una professione che richiede anche una grande capacità di accogliere e selezionare le informazioni e la premessa necessaria, per far fronte a questo, è la conoscenza di lingue straniere.Infine, è un mestiere che si può far bene se si hanno capacità inventive, coraggio e attitudine all’ascolto (verso gli artisti, le opere e anche verso i loro destinatari) e, per questo, ognuno deve poter contare sul proprio talento ed affinarlo come meglio crede, anche in maniera bizzarra e con percorsi alternativi. Sono leggermente scettica verso le scuole per curatori anche se riconosco che il loro forzato inserimento degli allievi nelle istituzioni attraverso la pratica dello stage, può generare qualche possibilità di inizio carriera.

Come può essere migliorato, a Suo parere, il rapporto tra Università e mondo del lavoro, e cosa può fare l’Università per avvicinare gli studenti e i laureati alla realtà professionale?
Dal mio punto di vista è interessante lo studente che ha appena finito o che sta per finire il suo iter di studi ed è ancora immerso in una ricerca profonda e intelligentemente condotta con l’ausilio dei professori. E’ da questo laboratorio che vorrei ricevere informazioni per poter coinvolgere gli studenti migliori nelle ricerche e nelle pubblicazioni che il Palazzo delle Esposizioni conduce in occasione delle diverse mostre che organizza. Ma a proposito di questa domanda non posso tacere il felice esperimento condotto con i professori Silvia Bordini, Pietro Montani e Claudio Zambianchi della Sapienza avviato con le mostre nello Spazio per l’arte contemporanea Tor Bella Monaca (proseguito quest’anno con il professor Zambianchi al Palazzo delle Esposizioni) dove gruppi motivatissimi di studenti hanno assunto il ruolo di primi e privilegiati destinatari dell’opera (che hanno contributo a realizzare e ad interpretare). Per ricambiare la disponibilità degli studenti, abbiamo sempre cercato di metterli in contatto – umano e diretto – con i protagonisti dell’arte: artisti, collezionisti, galleristi… Credo sia importante, per loro, rendersi conto che fuori dell’università c’è un mondo al quale possono liberamente accedere e nel quale è possibile intrecciare relazioni. 

La Sua struttura utilizza il tirocinio come momento formativo per conoscere neo-laureati? Se sì, lo ritiene uno strumento efficace?
E’ la domanda più scottante e rispondo a titolo del tutto personale. La struttura in cui lavoro utilizza il tirocinio, ma i risultati migliori si hanno solo se i giovani tirocinanti sono scelti direttamente da coloro con i quali devono lavorare.

Secondo Lei, quali sono le attitudini e le competenze che un neolaureato deve possedere per concorrere ad entrare nella Sua struttura? La preparazione universitaria è adeguata al mondo del lavoro?
La preparazione universitaria, a mio avviso, è la base indispensabile per la conduzione di questo lavoro che, come tante altre professioni, ha degli aspetti che attengono esclusivamente all’invenzione e alla ricerca e altri legati soprattutto alle necessità amministrative e organizzative. Per imparare a gestire correttamente queste ultime la miglior pratica è sicuramente la possibilità di lavorarvi direttamente. Per quanto mi riguarda, posso raccontare che non sarei riuscita a portare a termine la mia prima esperienza come curatrice  (avvenuta nello Spazio per l’arte contemporanea Tor Bella Monaca, gestito dall’Associazione Culturale Beat 72 per il Comune di Roma e con gli aspetti più disparati da affrontare), se non avessi avuto alle spalle l’esperienza di lavoro organizzativo condotta per la Quadriennale sotto la guida di Barbara Paccagnella, eccezionale Direttore Generale, attraverso il cui lavoro ho potuto verificare quali fossero meccanismi, regole e possibili forzature dei sistemi organizzativi. Se dovessi basarmi su questa mia esperienza direi che può esserci un doppio passo per accedere al mestiere di curatore, studio e ricerca indispensabili, ma anche l’apprendimento delle funzioni amministrative e organizzative. Va tenuto presente, però che ora, a differenza di qualche tempo fa, per gli organigrammi di istituzioni come quella presso la quale lavoro, quella di curatore e l’altra di registrar-coordinamento organizzativo, sono carriere ormai distinte. Quindi, una collaborazione negli aspetti organizzativi - più facile da ottenere - può essere un buon inizio per un futuro curatore, ma comporta anche il rischio di rimanere inquadrati in un settore che non è quello cui si aspira.Meglio, come dicevo prima, arrivare a collaborare con curatori interni che ti scelgono in base all’interesse per le tue ricerche e che insistono con la loro istituzione perché tu venga pagato. Alle menti più eccelse e intraprendenti consiglio di presentarsi direttamente alla Direzione con progetti intelligenti, originali, ben formulati.

Categoria: