11/05/2011

Intervista alla Dott.ssa Carlotta Sylos Calò - Referente per il settore studi e editoria presso il MAXXI B.A.S.E.

Nell’ambito del seminario “Lavorare per l’Arte: Prospettive ed Opportunità”, tenutosi lo scorso 9 Maggio, presso la Sala Odeion – Sapienza, Università di Roma, organizzato da SOUL (Sistema Orientamento Università Lavoro) in collaborazione con la Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali – Sapienza, Università di Roma, abbiamo intervistato alcuni dei relatori all’evento, per approfondire alcune tematiche affrontate nel corso della giornata, conoscere opinioni, suggerimenti e consigli.

Di seguito l’intervista alla Dott.ssa Carlotta Sylos Calò,  Referente per il settore studi e editoria presso il MAXXI B.A.S.E.

Gentile Dott.ssa Sylos Calò, il MAXXI B.A.S.E. è il Centro di Ricerca del Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, ci potrebbe illustrare i settori di attività che lo caratterizzano?
Il MAXXI B.A.S.E. è una struttura che raccoglie la biblioteca, gli archivi e l’ufficio editoria e ricerca del MAXXI e, come il museo, ha due anime: una dedicata all’arte e una dedicata all’architettura di cui sono responsabili rispettivamente Carolina Italiano e Alessio Rosati. Al suo interno i diversi settori si occupano insieme di  raccogliere, conservare, creare e diffondere la cultura dell’arte e dell’architettura contemporanee di concerto con gli altri uffici del Museo. In particolare il settore studi di cui sono referente promuove la ricerca relativa alla cultura visiva contemporanea, con particolare riferimento all’attività del Museo e alla sua collezione attraverso approfondimenti, convegni, lezioni ed incontri con critici, docenti universitari, artisti e curatori. Nel corso del 2010/2011 abbiamo ad esempio organizzato il ciclo di incontri Le storie dell’arte e presto bandiremo il Premio Nazionale MAXXI per la Storia e la Critica dell’arte italiana contemporanea. Il settore Editoria invece si occupa di curare tutte le pubblicazioni inerenti la collezione e l’attività del Museo (cataloghi di mostre, atti di convegno, ecc). 

Quali sono le figure professionali da voi ricercate e quali caratteristiche deve avere un laureando o neo-laureato per entrare nella vostra struttura?
Un museo è un organismo complesso e molte sono le figure professionali che vi lavorano. Penso quindi naturalmente agli storici dell’arte e dell’architettura (siamo la maggioranza) ma anche tecnici e quindi architetti, esperti di comunicazione e found raising. Io personalmente ho cominciato a lavorare per il Museo tre anni fa, dopo essermi laureata in storia dell’arte contemporanea e specializzata a Siena, prima occupandomi del regesto di alcune opere che dovevano arrivare nelle collezioni del MAXXI in comodato, poi dell’editoria. La conoscenza della storia dell’arte come pure l’essere aggiornati sull’attualità sono aspetti fondamentali ma naturalmente si aggiungono la capacità di lavorare in team, di elaborare progetti, l’avere capacità organizzative. 

Dal 2003, con la legge Biagi, all’Università è affidato il compito di sostenere i propri laureati nella fase di inserimento nel mercato del lavoro. Quali sono, secondo Lei, i passi in avanti che l'Università dovrebbe fare per avvicinarsi alle necessità del mondo professionale?
Credo sarebbe fondamentale una maggiore vicinanza tra università e mondo del lavoro specie quando il mondo del lavoro è rappresentato, come nel mio caso, dal museo. Certo ognuno deve mantenere la sua specificità, ma sarebbe interessare realizzare dei progetti formativi comuni in cui gli studenti possano confrontarsi con la realtà lavorativa reale. In questi casi le conoscenze storico artistiche sono fondamentali ma vanno associate a situazioni più professionalizzanti. Credo quindi bisognerebbe definire anzitutto degli ambiti professionali (non c’è solo il curatore naturalmente, ma anche chi si occupa di editoria, appunto, o di conservazione, di restauro, di comunicazione, ecc. ecc.) e poi potenziare situazioni di collaborazione come stage, borse di studio, tirocini, in cui gli studenti possano essere realmente seguiti, trarre beneficio dall’esperienza ma anche essere di supporto all’organizzazione presso cui svolgono il loro periodo di attività.  

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