21/10/2009

Intervista al Prof. Roberto Nicolai

Roberto Nicolai, romano, 60 anni compiuti da poco, ha cominciato ad insegnare nei licei classici. Appassionato di letteratura e filologia greca, la sua carriera universitaria si è svolta tra l’università di Cassino, quella di Sassari e la Sapienza di Roma, dove dal 2006 guida la facoltà di Scienze umanistiche.

Professore, chi è il vostro "neoiscritto-tipo"?
La prima competenza di base è quella logico-linguistica. Quest’anno abbiamo introdotto i test d’ingresso per verificare la preparazione iniziale tutti di tipo logico-linguistica. Sarebbe quasi superfluo chiedere questa competenza ma la preparazione della scuola secondaria ha, a volte, delle lacune. Il requisito fondamentale per entrare in una facoltà di questo genere è comunque la passione unita alla curiosità. Questi sono i requisiti di base: tutto il resto si può imparare.

Quali sono gli sbocchi professionali?
Abbiamo due corsi triennali particolarmente professionalizzanti, Mediazione linguistico culturale e Scienze del turismo: il primo può essere seguito da una laurea magistrale in Lingue e letteratura moderna, ma anche al livello di triennale può dare opportunità lavorative. Gli altri corsi di Lettere, Storia, Archeologia e Storia dell’arte offrono una preparazione di base che può si può sfruttare in varie  direzioni. Da una statistica recente ho ricavato che  oltre il 50% degli occupati attuali svolge professioni che dieci anni fa non c’erano: questo significa che occorre una certa creatività da parte di chi si propone, per individuare professioni nuove. Per esempio i contenuti di siti internet, a volte così deludenti, avrebbero bisogno di persone competenti non solo nell’ambito informatico ma anche e soprattutto in ambito linguistico e culturale! E anche nelle televisioni e nelle redazioni dei documentari scientifici ci sarebbe un gran bisogno dei nostri laureati. Poi c’è l’insegnamento: per anni c’è stato un ricambio continuo, che adesso si è un po’ rallentato a causa dei tagli alla scuola pubblica.

Prevedete tirocini per i vostri studenti?
Sì, molti: alcuni danno anche sbocchi lavorativi, come le case editrici o le redazioni. Adesso, anche grazie al progetto Soul, ci sarà un maggior controllo: uno dei problemi infatti è lo sfruttamento del ragazzo da parte di aziende che hanno solo l’obiettivo di procurarsi manodopera a basso costo. Si potranno monitorare meglio sia l’offerta da parte dell’azienda sia le competenze che il tirocinante acquisisce in concreto con lo stage: ci deve essere un rapporto più stretto tra le aziende e le università. Noi adotteremo il “gestionale tirocini” di Soul proprio perché sentiamo molto forte il problema del monitoraggio e della valutazione dei tirocini attivati.

Come si possono coinvolgere di più sia gli studenti sia il corpo docente rispetto alle problematiche dell'inserimento lavorativo?
Stiamo lavorando poi sul recupero dei fuori corso: se lo studente arriva alla laurea troppo tardi poi ha maggiore difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Attraverso i tutor cerchiamo di recuperare questi studenti, di indirizzarli al part-time se sono studenti lavoratori, insomma di cercare di far concludere gli studi nei tempi ordinari. Bisogna ridurre i tempi: arrivare alla laurea a 29/30 anni è sicuramente troppo tardi per poi avvicinarsi al mercato del lavoro. Poi è importante mettere a disposizione dei laureati, in facoltà, orientatori formati e competenti: l’orientamento è un punto fondamentale. C’è ancora un certo scollamento tra le indagini tipo Almalaurea e la reale condizione dell’università, anche perché sono indagini per grandi blocchi, per facoltà o per corso di laurea. Per una realtà come la nostra, con corsi di laurea diversi – si va dal corso in Spettacolo digitale che dà lavoro a moltissimi giovani al corso di Lettere – servirebbero invece indagini mirate. Anche le categorie Istat le trovo inadeguate, fuori dalla realtà. Bisogna smettere di fare discorsi astratti e cercare di fotografare la realtà così com’è. 
 
Per chiudere, un pregio e un difetto della sua facoltà.
Il pregio: la capacità di proporre novità nel campo delle scienze umanistiche. Stiamo lavorando molto sul Progetto Mediateca: raccogliere immagini, filmati, documenti per poi inserirli nella rete europea di digitalizzazione del patrimonio culturale. Il nostro dipartimento di spettacolo ha vinto un progetto europeo e questo credo che sia un tratto distintivo della facoltà: la voglia di innovazione. Il difetto invece sta nei problemi logistici: la facoltà è divisa in più sedi. Ma su questo stiamo lavorando, di concerto con il Rettore.
 

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