20/12/2010

Intervista al Prof. Massimiliano Papini - Docente di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana, Sapienza, Università di Roma

Massimiliano Papini ha studiato presso l’Università degli Studi di Pisa e presso la Karl-Ebehards-Universität di Tübingen, dove è stato dottore di ricerca e collaboratore scientifico svolgendo attività didattica in archeologia e storia dell’arte greca e romana. Presso il Deutsches Archäologisches Institut di Berlino e Roma ha, inoltre, svolto ininterrottamente ricerca sino al 2004. Attualmente è professore di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana, “Sapienza” Università di Roma.

Con i Dm 509/99 e 270/2004 è stato inserito nel percorso formativo universitario lo strumento del tirocinio o stage per l'accumulo di CFU. Quanto è importante, secondo Lei, svolgere tale attività durante il percorso di studi e quale pensa sia il valore formativo aggiunto del tirocinio?
Il tirocinio è un’esperienza fondamentale nel percorso di studi di uno studente, gli consente infatti di entrare in contatto con il mondo del lavoro e di accumulare esperienze al di fuori dell’ambito universitario in senso stretto. L’ultimo tirocinio da me organizzato per i miei allievi si è svolto presso un Istituto culturale straniero (Istituto Archeologico Germanico) impegnato nello scavo di un sito archeologico (Albano Laziale): un’occasione per i miei allievi per poter lavorare a stretto contatto con altri studenti europei, che non solo ne ha arricchito la preparazione, ma favorito anche un rapporto di collaborazione destinato a durare per almeno altri due anni. 

Quali sono le competenze trasversali necessarie ad un archeologo per inserirsi nel mondo lavorativo e quali sono, secondo Lei, gli sbocchi professionali?
Per inserirsi nel mondo lavorativo anzitutto è auspicabile, per quanto scontato, essere un buon archeologo, il che significa: conoscere (non solo a parole) le varie anime di una disciplina ormai dalle molteplici sfaccettature come l’archeologia classica. Oltre alla carriera universitaria, sono diversi gli sbocchi professionali: la preparazione da archeologo dovrebbe consentire di poter operare a vari livelli all’interno di una Soprintendenza o comunque in un più ampio e multiforme settore dedito alla produzione culturale. 

Dal 2003, con la legge Biagi, all'Università è affidato il compito di sostenere i propri laureati nella fase di inserimento nel mercato del lavoro, secondo lei quali sono i passi in avanti che l'università dovrebbe fare per avvicinarsi alle necessità del mondo lavorativo?
I docenti dovrebbero acquisire maggior consapevolezza della situazione attuale del mondo lavorativo e aiutare gli studenti ad affrontare le eventuali difficoltà del loro futuro cammino. Non ci si può più accontentare infatti di far compiere ai propri allievi solo un regolare, per quanto eccellente, periodo di studio – che pur rimane una base imprescindibile –. Occorre piuttosto far accumulare loro il massimo di esperienze scientifiche, anche appunto tramite dei tirocini mirati, per prepararli da subito all’incontro con il mercato del lavoro, che ha anch’esso bisogno però di molti miglioramenti.       

Cosa pensa del sistema informatico SOUL per la gestione e attivazione dei tirocini?
Si tratta di un’eccellente iniziativa che ha portato maggior chiarezza nell’espletamento delle pratiche; inoltre, nel mio specifico caso, il personale è stato molto disponibile con i miei allievi e ha seguito con grande attenzione le varie tappe necessarie alla definizione del rapporto di collaborazione tra la mia cattedra e l’Istituto Archeologico Germanico.

Categoria: