09/10/2009

Intervista al Prof. L. Zani

Luciano Zani, romano, 59 anni, è docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Sociologia della Sapienza di Roma, che dirige dal novembre del 2008. E’ anche membro del consiglio scientifico della rivista “Mondo contemporaneo, e autore di molte pubblicazioni tra cui Italia Libera, il primo movimento antifascista clandestino, 1923-25 (Laterza 1975),  Fra due totalitarismi. Umberto Nobile e l’Unione Sovietica 1931-1936 (Aracne, 2005). Il suo ultimo libro è Resistenza a oltranza – Storia e diario di Federico Ferrari, internato militare italiano in Germania, pubblicato da Mondadori.

Quali sono gli interessi e inclinazioni dei potenziali nuovi iscritti: qual è il "neoiscritto-tipo"?
Questo è un tema che ci interessa molto sia in qualità di sociologi che di professori universitari.  C’è una fascia di studenti molto motivati, specialmente tra quelli che hanno una preparazione socio-pedagogica. E poi c’è chi la sceglie come ripiego, magari perchè non è riuscito ad entrare in altre facoltà a numero chiuso. Abbiamo sempre saputo d’avere  una varietà di tipologie di studenti iscritti e quindi abbiamo deciso di intensificare e rendere costante l’orientamento nelle scuole superiori non solo nell’ultimo anno ma anche già dal terzo anno. Con l’attività di informazione nelle scuole cerchiamo di coprire l’arco più vasto di studenti anche di materie scientifiche.  La scienza sociologica non gode di grande visibilità e quindi, abbiamo bisogno di far capire cos’è, ricostruire e a volte costruire l’identità della sociologia. Questo è diventato per noi un impegno costante, molto forte e registriamo sempre un buon ritorno quando andiamo nelle scuole superiori. Il quadro forse è anche migliorato perché in base alla riforma 270 degli ordinamenti,  per il primo anno abbiamo dovuto fare un test d’ingresso. Rispetto ai 350 immatricolati al corso triennale dell’anno scorso,  quest’anno (il test lo abbiamo fatto il 30 settembre) abbiamo avuto 548 iscritti al test. Mi auguro che alla fine le immatricolazioni di quest’anno siano superiori, calcolando che possono confluire anche i ragazzi che non hanno superato i test d’ingresso nelle facoltà a numero chiuso. Resta il fatto, al di là dei numeri, che l’orientamento in ingresso nelle scuole superiori, è una delle chiavi di una buona riuscita della facoltà ed anche un impegno della mia presidenza.

Quali sono gli sbocchi professionali della Facoltà da lei presieduta?
La facoltà di Sociologia ha diversi corsi e ad ogni corso corrispondono sbocchi professionali diversi. Abbiamo un corso di laura triennale in Sociologia ed uno in Scienze e Tecniche del Servizio Sociale. Il primo forma specialisti nelle scienze sociali, ricercatori sociali ed esperti nella gestione e nell’organizzazione del personale delle aziende. Queste figure possono lavorare in molte strutture pubbliche o private, nelle organizzazioni del terzo settore, nelle associazioni internazionali perché, come è noto, esiste un impegno globale del servizio sociale. Forniamo una conoscenza fondamentalmente sociologica di base, molto imperniata sul metodo della ricerca sociale ma gli sbocchi non si limitano alla figura del sociologo, noi creiamo più figure duttili, assorbibili in diversi ambiti del mercato del lavoro. Oltre ai saperi sociologici forniamo una molteplicità di altri saperi dalla storia all’economia proprio perché il sociologo ha bisogno di ibridarsi con altre scienze. Abbiamo anche tre lauree magistrali: Sociologia e ricerca sociale avanzata, Politiche e servizi sociali, Analisi sociale e progettazione territoriale. Le prime due, più sociologiche, non fanno altro che specializzare meglio le competenze che accennavo prima, l’ultimo è un corso svolto in collaborazione con la facoltà di architettura Valle Giulia. Questa bi-classe è un’innovazione che spiega meglio la versatilità del ruolo del sociologo. Oramai, se si deve progettare il quartiere di una città, bisogna tener conto sia delle compatibilità ambientali che sociali. La figura dell’urbanista quindi non può essere solo quella di un architetto ma deve essere capace, oltre che di progettare una casa, anche di creare un ambiente sociale adeguato. C’è anche un albo professionale degli urbanisti pianificatori e questa è una significativa novità che dice molto sulla nostra vocazione al nuovo.  Resta l’altro filone: quello del servizio sociale. Con la laurea triennale formiamo assistenti sociali, e possono fare gli operatori socio-assistenziali, operatori per l’infanzia e per l’adolescenza e poi con la magistrale relativa si formano i nuovi manager e possono assumere ruoli di responsabilità. Aggiungerei anche che il sociologo, data la duttilità e la versatilità dei suoi saperi, è in grado di ricoprire ruoli diversi e non mi meraviglia quando trovo un nostro laureato che svolge la professione di giornalista o lavora in posti che apparentemente hanno poco a che fare con i suoi studi.

Sono previsti tirocini formativi e/o curriculari?
Il tirocinio è uno strumento importantissimo per avvicinare laureandi e laureati al mondo del lavoro. Noi abbiamo tirocini curriculari previsti dal corso di laurea in Scienze e tecniche del servizio sociale, e abbiamo attivato molte convenzioni con enti e strutture a Roma e provincia – soprattutto con ASL, Comune di Roma, Municipi e  associazioni. Attualmente abbiamo oltre 120 tirocini obbligatori in corso. La collaborazione con Soul è stretta: il nostro sportello di facoltà è collegato al sistema Soul e noi abbiamo per la facoltà circa 400 offerte di tirocinio in enti pubblici o privati. Il Prof. Chiodi è il responsabile dello sportello Afe della facoltà che gestisce, insieme con i suoi collaboratori, con molta passione e professionalità. Per noi, poter offrire agli studenti queste esperienze esterne è molto importante e il prof. Chiodi cura anche il riconoscimento di crediti.

La mancanza di prospettive e l'attuale congiuntura economica  che tipo di cambiamento, nelle aspettative professionali, possono generare nei giovani neolaureati?
E’ chiaro che la crisi c’è, è forte e probabilmente incide più in profondità di quanto i mezzi di comunicazione di massa ci facciano sapere. Bisogna capire che alcune professioni tradizionali e consolidate non offrono sbocchi decenti perché si sono numericamente saturati, quindi bisogna inventarsi qualcosa di nuovo. qui ritorno su un concetto che ho già espresso ma che risulta ancora centrale: la facoltà di sociologia  fornisce una formazione flessibile e duttile, in grado di adattarsi ai cambiamenti ed interpretarli. La nostra facoltà, credo sia una delle più specializzate per tentare di fornire delle risposte all’attuale situazione economica e sociale. In momenti di crisi la società si interroga sui motivi, le cause, le conseguenze della crisi e chi meglio di un sociologo può provare ad accennare delle risposte a degli interrogativi del genere. Noi facciamo molta didattica innovativa a volte nei corsi simuliamo situazioni lavorative e questo aiuta lo studente ad immedesimarsi nel ruolo di un sindaco o di un presidente di municipio che deve prendere delle decisioni per il bene della società. Questo aiuta e alimenta la creatività e la fantasia del laureato.
  
In considerazione del fatto che dal 2003 le Università sono diventate protagoniste nell’attività di intermediazione, cosa ne pensa del servizio SOUL? Quali ritiene che possono essere i suoi punti di forza e di debolezza?
Il punto di forza è che soul esiste ed è stato fatto. Era una scelta non solo opportuna ma necessaria e ora  bisogna potenziarlo, renderlo stabile. L’università è il tempo della conoscenza e della ricerca ma non può questo essere staccato dalla realtà esterna e dal mondo del lavoro.  L’università non può non essere proiettata verso il mondo esterno.
L’elemento di debolezza potrebbe essere  un’operatività troppo incentrata sulla Sapienza e forse un po’ scollegata dalle singole facoltà, ma ho l’impressione che se il circuito fosse potenziato e la presenza delle singole facoltà in soul fosse maggiormente valorizzata questo elemento potrebbe trasformasi in punto di forza.
 
E' attivo, in SOUL, il “Gestionale Tirocini”, una nuova piattaforma informatica che consente di snellire ed informatizzare le procedure amministrative necessarie per l’attivazione di un tirocinio curriculare e/o post lauream alla quale partecipa la facoltà di Sociologia. Ritiene che l'attivazione dei tirocini, facilitata dal Gestionale Tirocini, possa essere un utile strumento per accompagnare i laureati verso il mondo del lavoro?
Mi ritengo un nemico della burocratizzazione dell’università credo che sia uno dei limiti  dell’amministrazione dell’università stessa. Questo è un terreno su cui, in questi ultimi anni, il “pachiderma Sapienza” ha iniziato a muoversi raggiungendo anche buoni risultati.
Soul, da questo punto di vista è all’avanguardia, informatizzare e semplificare le procedure di  attivazione dei tirocini  e consentire agli studenti con pochi tasti del computer di fare ciò che prima comportava perdita di tempo, rappresenta un passo in avanti importante.
Tutto quello che va in questa direzione è estremamente utile.
 
Quali potrebbero essere le iniziative destinate ad un maggiore coinvolgimento degli studenti e del corpo docente rispetto alle problematiche dell'inserimento lavorativo?
Ho un suggerimento che a me, sembra efficace: siamo nell’ambito di un servizio che viene reso agli studenti e questi stessi studenti che lo vivono, che fanno l’esperienza del tirocinio possono diventare loro stessi messaggeri dell’esperienza. Bisogna intervistare chi lo ha fatto, fateli diventare testimonial del tirocinio, metteteli in contatto con quelli che il tirocinio ancora non l’hanno fatto
 
Un’ultima battuta prima di chiudere…un pregio e un difetto della facoltà da Lei presieduta
 Bè i pregi sono un po’ tutti quelli che le ho raccontato durante l’intervista, in più, noi siamo una facoltà giovane e dinamica. La parola  d’ordine è quella di farsi carico dello studente da quando entra a quando esce dalla facoltà. Da quest’anno avremo un tutorato obbligatorio e non più a richiesta, perché un problema che abbiamo è l’abbandono dell’università.
L’obiettivo è quello di creare una comunità studenti, quest’estate abbiamo attivato un help desk attivo anche a ferragosto con un docente pronto a dare informazioni.  Il difetto maggiore di questa facoltà sono gli spazi fisici in cui fare lezione. Soffriamo di una carenza di spazi e di aule e benché cerchiamo di tamponare questo problema non nascondo il fatto che il mio sogno è quello di possedere una sede adeguata.
 
 
 
 
 
 

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