28/02/2011

Intervista al Prof. Andrea Castiello D'Antonio - Docente di Psicologia del lavoro applicata, Università Europea di Roma, ed autore del libro "Come muovere i primi passi in azienda"


 
Andrea Castiello D’Antonio è Psicologo clinico e del lavoro, lavora come consulente in psicologia dell’organizzazione, management, sviluppo delle risorse umane, attualmente è docente presso l’Università Europea di Roma ed autore, insieme alla Dott.ssa Luciana D’Ambrosio Marri, del libro “Come muovere i primi passi in azienda. Bussole, attrezzature e suggerimenti per inserirsi al meglio nei nuovi contesti di lavoro”, Edizioni Franco Angeli.

Presentazioni aziendali, career day, seminari sono tutti momenti in cui studenti, laureandi e neolaureati possono avvicinarsi alla realtà aziendale e conoscerne tutti gli aspetti ed i possibili sbocchi professionali. Secondo Lei quanto sono efficaci questi momenti di incontro e quali potrebbero essere altre modalità di confronto tra mondo universitario e lavorativo?
Sicuramente si tratta di momenti interessanti al fine di comprendere di quali tipologie professionali hanno necessità le aziende e ottenere una serie di “presentazioni” aziendali e materiali informativi. Per capire davvero come si svolge il lavoro in azienda è però indispensabile effettuare tirocini e stage durante i quali si viene progressivamente inseriti nei processi di lavoro.

Secondo la Sua esperienza, cosa si aspetta un’azienda da un neolaureato, quali competenze scientifiche, tecniche o trasversali sono necessarie per farsi apprezzare?
A parità di condizioni di base – come il titolo di studio, la votazione di laurea e la fascia di età – ciò che davvero conta è la “qualità personale” del candidato. Tradotto in parole più chiare, l’insieme delle capacità che egli, come persona, può mettere in azione nel lavoro: capacità intellettive, interpersonali e motivazionali. E’ per questo che è necessario coltivare le proprie capacità personali, i cosiddetti soft skills, non meno di quelle scientifiche e professionali lungo l’intero arco di vita di lavoro.

Quali sono le maggiori difficoltà che si incontrano entrando nel mondo del lavoro?
Partendo dal presupposto che nessuno di noi “è nato” per inserirsi nella tipica struttura gerarchico-funzionale del lavoro dipendente, l’inserimento nel lavoro provoca una serie di ristrutturazioni mentali di genere cognitivo, sociale, emotivo e di rappresentazione di se stessi. Oltre a portare la persona a vivere al di fuori dell’ambiente familiare, sociale e di studi cui per anni è stato abituato.

Con che cosa ci si confronta entrando nel mondo aziendale?
Il mondo che si apre al neo-assunto è un mondo di diritti e doveri, regole e norme, compiti e risultati da realizzare. Un mondo di capi e colleghi, nel quale è presente il tema della competizione-collaborazione, dell’autorità e del potere, della valutazione, e del confronto specifico (e non sempre felice) tra vecchie e nuove generazioni.

In quali casi, secondo Lei, conviene accettare un'offerta di lavoro, pure se al di sotto delle proprie aspettative?
L’incontro tra azienda (o Pubblica Amministrazione) e candidato è un vero e proprio “incontro di aspettative reciproche”. E’ necessario che il candidato abbia una visione realistica del settore di lavoro nel quale si propone e della situazione contingente, storica e geografica. Sulla base di ciò, potrà rendersi conto fino a che livello può inizialmente ridimensionare le proprie attese.

L’azienda può richiedere molto al neo-assunto e non sempre si è pronti a cambiare la propria vita in conformità a tali richieste…
Si, il cambiamento cui si va incontro è spesso molto più ampio e profondo rispetto a ciò che si poteva immaginare nel corso degli studi. Si tratta, da un lato, di saper mantenere la propria identità – personale e di conoscenze/competenze – ma dall’altro di essere disponibili a portare a termine un adattamento propositivo (e non passivo) al nuovo cotesto socio-organizzativo.

Dal 2003, con la legge Biagi, all'Università è affidato il compito di sostenere i propri laureati nella fase di inserimento nel mercato del lavoro, secondo Lei quali sono i passi in avanti che l'università dovrebbe fare per avvicinarsi ulteriormente alle necessità del mondo lavorativo? 
Le conoscenze di base che il sistema universitario offre sono indispensabili anche perché, nella vita di lavoro successiva alla laurea, non molti avranno la possibilità di “tornare” su argomenti fondamentali studiati nel corso degli anni universitari. Ciò che l’università dovrebbe fare è abituare gli studenti a vivere in modo attivo e partecipativo, facendo gruppi di approfondimento, abituandoli ad esporre relazioni, maturando esperienze possibilmente all’estero, e così via.

Il libro "Come muovere i primi passi in azienda. Bussole, attrezzature e suggerimenti per inserirsi al meglio nei nuovi contesti di lavoro”, Edizioni Franco Angeli, è disponibile per la consultazione presso la biblioteca SOUL Sapienza (Via Cesare De Lollis, 22 - Roma) previo appuntamento.
Per prenotarsi inviare un mail a info@jobsoul.it oppure telefonare allo 06/49707507

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