08/04/2013

I contratti di apprendistato: lo stato dell’arte nell’ultimo rapporto dell’ISFOL

Il 7 Marzo, a poco più di un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo del 14 settembre 2011, n. 167, “Testo Unico dell'Apprendistato” (TUA), è stato presentato il XIII Rapporto di monitoraggio realizzato dall’Isfol. Si tratta di una prima fase di verifica dei risultati dell’implementazione di un istituto destinato, secondo le intenzioni del Ministro, a divenire “il principale canale di ingresso” nel mondo del lavoro. Il Rapporto presenta in modo chiaro e dettagliato, luci e ombre del primo anno di applicazione.ISFOL
In particolare nel Rapporto vengono presentati, attraverso l’utilizzo di dati tratti dal sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie, i dati relativi a:
  • evoluzione dell’occupazione in apprendistato tra il 2009 ed il 2011;
  • contratti di lavoro cessati e trasformati;
  • rapporti di apprendistato attivati nel primo semestre del 2012.  
La formula contrattuale dell’apprendistato mostra nella sua applicazione limiti e potenzialità.
Le potenzialità risiedono nel tentativo di costruire rapporti di lavoro comunque migliori (ad esempio in termini previdenziali, assistenziali e di potenziale durata) dell’ampissimo ventaglio di tipologie contrattuali di lavoro attualmente utilizzate dal sistema produttivo di beni e servizi in una fase di forte recessione. Affronta, inoltre, in modo piuttosto innovativo il tentativo di collegare la fase della formazione a quella della produzione istituendo, specie per quanto riguarda la scuola (in particolare professionale) e l’università, nuove figure (tutor) e meccanismi che richiedono la collaborazione fra le istituzioni scolastiche e universitarie e le aziende pubbliche e private.
I principali limiti invece riguardano soprattutto l’incompletezza delle norme che regolano una materia così delicata (siamo ancora in attesa di altre norme applicative), la persistenza di varie forme di contratti di lavoro atipici che, in una fase di incertezza economica, costituiscono la maggior parte dei rapporti di lavoro attivati ed, infine, nella complessità delle procedure che ne consentono la pratica applicazione.
 
Vi sono infatti numerosi soggetti chiamati ad esprimersi nella fase di implementazione del contratto di apprendistato. Per la completa attuazione della normativa è necessario infatti costruire Accordi con le Parti Sociali, per la loro pratica applicazione per quanto riguarda:
  • l’inquadramento e retribuzione dell’apprendista;
  • la peculiarità e funzioni del referente aziendale;
  • l’individuazione e valorizzazione dei titoli e delle competenze acquisite dall’apprendista;
  • il numero di apprendisti che l’azienda può assumere.
Molte sono le iniziative realizzate in varie Regioni per incentivare il contratto di apprendistato per il conseguimento di titoli di studio.
Un progetto interessante in tal senso è quello che, a partire da giugno del 2012, ha visto protagonisti il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con Italia Lavoro per la realizzazione del programma Formazione e Innovazione per l’Occupazione Scuola e Università”- FIxO S&U con l’obiettivo di inserire laureandi, laureati e dottorandi di ricerca con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca nel mercato del lavoro.
 
Tuttavia, attraverso un’attenta analisi effettuata sui vari aspetti di questa tipologia di contratto, sono stati rilevati alcuni aspetti non ancora chiariti in particolar modo riscontrabili nella mancata attuazione di importanti finalità dell’apprendistato di alta formazione e ricerca, ovvero: l’accesso alle professioni ordinistiche e l’ingresso di ricercatori nelle imprese.
Anche in questo caso si attendono gli esiti degli incontri con i diversi Ordini Professionali per una chiara definizione delle regole che sovraintendono l’applicazione del contratto di apprendistato. Il passaggio, specie per alcune importanti raggruppamenti disciplinari delle nostre università (Giurisprudenza, Architettura, Ingegneria, ecc.), è molto importante e delicato perché mette in discussione prassi consolidate e regole interne agli stessi Ordini che da tempo hanno definito modalità e procedure di accesso alle professioni.
 
Questo ulteriore elemento di complessità può risolversi in una nuova fase di liberalizzazione degli accessi o in un restringimento delle opportunità dei giovani laureati di cui non si avverte assolutamente il bisogno.
Dal rapporto di monitoraggio dell’Isfol emerge che, nel corso del 2011, forse proprio in relazione alle complessità evidenziate e per i numerosi passaggi istituzionali per la definizione delle regole di applicazione del contratto di apprendistato, vi è stata una diminuzione significativa nell’utilizzazione del nuovo istituto.
 
Dal Rapporto emerge inoltre che le attivazioni di rapporti di apprendistato professionalizzante o con contratto di mestiere da parte delle aziende sono solo 86.625. Di questi 12.554 contratti hanno riguardato lavoratori stagionali e 1.031 lavoratori in mobilità. Con riferimento al rapporto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, si contano 4.977 attivazioni concentrate nelle regioni del Nord. Il contratto di alta formazione e ricerca, tuttavia, é un fenomeno ancora marginale.
 
Tra le figure professionali più utilizzate spicca quella dei “Camerieri e professioni assimilate”, “Commessi delle vendite al minuto”, “Baristi e professioni assimilate”. Altra categoria al vertice è quella dei “Cuochi in alberghi e ristoranti” e “Addetti agli affari generali”, settore che include una molteplicità di competenze applicabili in vari settori economici italiani.
 

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