10/03/2012

Cooperazione Internazionale - Una ricetta per trovare lavoro

Cooperazione internazionale

Intervista alla Dott.ssa Claudia Figus
Socio Fondatore dell’Associazione InSoci (Innovazione e Servizi per l’Occupabilità nella Cooperazione Internazionale)

Ingrediente 1: Laurea in Mediazione Linguistico-Culturale (tesi su un progetto di Cooperazione Decentrata nei territori indigeni brasiliani). Ingrediente 2: Magistrale in Cooperazione Internazionale allo Sviluppo. Ingrediente 3: una smodata passione per l’ICT.
Ho girato tutto nel mio pentolone aggiungendo collaborazioni all'Università per l'organizzazione di conferenze internazionali, stage presso il MAE e tirocini all’estero.
Attualmente, lavoro presso Apple Retail Italia e sono una dei fondatori dell'associazione InSoci.

Parliamo di università e mondo del lavoro, ci puoi raccontare brevemente come hai trovato il tuo attuale lavoro?
Ho trovato il mio attuale lavoro circa due anni fa. Ancora prima di laurearmi, infatti ho iniziato a seguire le iniziative di placement organizzate dal SOUL, seminari informativi per la strutturazione di un Cv efficace e tutte le altre attività. Galeotta fu, poi, la presentazione aziendale di Apple Retail Italia, un'azienda per cui avevo una passione già da utente. In quell'occasione sono state illustrate le varie opportunità di carriera. Proprio in quell'incontro ho avuto la possibilità di parlare direttamente con i responsabili del recruitment e consegnare il mio Curriculum. Da quel momento sono iniziate le selezioni e alla fine ho ricevuto l'offerta di lavoro.
 
Quali sono, secondo te, i passi in avanti che l'università, ed in particolare il servizio di placement SOUL, dovrebbe fare per avvicinare i laureati al mondo del lavoro?
A mio parere, un obiettivo importante da raggiungere è la diffusione della conoscenza del mondo del lavoro, dei profili richiesti e dei settori operativi, sin dai primi anni di Università, per evitare il rischio di tuffarsi in una dimensione sconosciuta, il giorno dopo la laurea. La preparazione deve essere costruita negli anni, infatti, solo la cura di questo aspetto aiuta ad essere competitivi sin da subito. L’interscambio con professionisti ed aziende deve essere incrementato, come – me lo auguro – la possibilità di assunzione dopo un tirocinio. Ma questo è un discorso che riguarda il sistema Paese in modo più ampio.
 
Sei anche Socio Fondatore dell’Associazione InSoci (Innovazione e Servizi per l’Occupabilità nella Cooperazione Internazionale), ci puoi brevemente illustrare come è nata e quali sono i principali ambiti di attività?
InSoci è nata dalla necessità riscontrata di dare una forma al profilo del “Cooperante”, i cui confini appaiono sfumati. La domanda di partenza è stata, quindi, come avvicinare il percorso di studi alla domanda di lavoro (in un settore atipico) perseguendo l’ambizioso obiettivo di incrementarne l’occupabilità. La risposta che, con InSoci, abbiamo trovato è stata di discuterne con gli studenti, gli operatori del settore e le HR delle organizzazioni. ll modo per farlo è, secondo la nostra esperienza, attraverso incontri, laboratori, partecipazione a bandi di gara, diffusione dell’informazione sul mercato del lavoro, stage mirati in modo da ragionare sulle competenze richieste e quelle possedute.
Concretamente, per quanto riguarda gli stage nei Paesi in Via di Sviluppo, abbiamo stipulato un accordo con una ONG mozambicana - ed a breve anche con una angolana - che potrà accogliere giovani laureati e sostenerli durante il loro inserimento nel contesto locale.
InSoci ha creato, inoltre, un sito web che, nonostante sia attivo da poco, già fornisce un servizio informativo totalmente libero e gratuito in settori ed aree tematiche d’interesse per laureati e studenti di Cooperazione allo Sviluppo.
 
Quali sono le figure professionali maggiormente richieste e quali le competenze necessarie per lavorare nel campo della cooperazione internazionale?
Nel mondo della Cooperazione, a causa della sua poliedricità, è difficile stilare una lista di figure maggiormente richieste poiché varia in base all’area operativa e geografica. Tuttavia, tracciando uno schema generale delle posizioni aperte presso ONG e Organizzazioni Internazionali spiccano sicuramente quelle per la selezione di esperti di Fund Raising e comunicazione sociale, progettisti, Project Manager, logisti, figure amministrative e gestionali, esperti di informatica. Tutto ciò, senza tener conto di figure tecniche e specialisti di settore. La base di partenza di InSoci è proprio l'analisi delle figure richieste per poter acquisire competenze specifiche. Un lavoro in continuo svolgimento.
 
Considerando la tua esperienza personale e professionale, quali consigli ti senti di dare agli studenti e ai laureati che intendono avvicinarsi al campo della cooperazione?
Quello che consiglio caldamente agli studenti è cercare di capire cosa si nasconde dietro i manuali e le teorie cercando di sperimentare sin da subito cos’è la Cooperazione. Stage, tirocini, esperienze sul campo – soprattutto all’estero – sono fondamentali sin dai primi anni di studi.
L’Università offre opportunità da cogliere al volo come l’Erasmus, il progetto di tesi all’estero e borse di studio che possono sicuramente essere sfruttate come mezzo per la creazione di contatti. La ricerca di lavoro deve iniziare in questo modo sin dal primo giorno in cui ci si siede nel banco di un’aula.
Ai laureati consiglio, se ne hanno la possibilità, di fare un’esperienza lavorativa all’estero e continue ricerche che possano portare alla scoperta di figure professionali e settori di cui non si era a conoscenza. In sintesi: sperimentare e non fermarsi.

 

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