23/02/2015

Intervista alla Dott.ssa Maria Grazia Sampietro - Direzione Centrale Credito e Welfare INPS

Qual è, attualmente, il ruolo dell’INPS nelle politiche di welfare?
L'Inps è tra i più grandi e complessi enti previdenziali d'Europa, gestisce la quasi totalità della previdenza italiana ed ha un bilancio che per entità è il secondo dopo quello dello Stato. Tradizionalmente si pensa all’Inps come all’Ente che eroga pensioni, non considerando la gestione di tutte le prestazioni assistenziali affidate allo stesso, nonché l’attività di riscossione ed accertamento delle entrate contributive che alimentano i conti assicurativi.
Le pensioni sono, infatti, prestazioni previdenziali, determinate sulla base di rapporti assicurativi e finanziate con i contributi di lavoratori e aziende pubbliche e private. L’Inps, però, gestisce anche le prestazioni assistenziali - interventi propri dello "stato sociale" - volte a tutelare i lavoratori che si trovano in particolari momenti di difficoltà della loro vita lavorativa e provvede al pagamento di somme destinate a coloro che hanno redditi modesti e famiglie numerose. Per alcune di queste prestazioni l’Inps è coinvolto solo nella fase di erogazione; per altre svolge tutto il procedimento di assegnazione. Interviene, dunque, come Ente erogatore di benefici assistenziali determinati da politiche di welfare disegnate dal legislatore.
Tuttavia, a seguito dell’acquisizione delle funzioni della gestione ex Inpdap, l’Inps eroga benefici sulla base di politiche di welfare dallo stesso disegnate. Tali sono le prestazioni di carattere creditizio e sociale per dipendenti e pensionati pubblici (prestiti e mutui), le borse di studio per la frequenza di scuole medie e superiori, università, master post universitari e dottorati di ricerca; vacanze sport in Italia e vacanze studio all’estero; accoglienza di studenti in convitti di proprietà o in convenzione; stage all’estero; soggiorni in Italia e ospitalità in case albergo per anziani e in strutture residenziali convenzionate per malati di alzheimer.
 

Lei all’INPS dirige l’area che si occupa di welfare, un concetto molto ampio e spesso con molteplici interpretazioni. Può, brevemente, spiegarci quali sono le politiche di welfare che Lei, nel suo ruolo, intende adottare?
La nozione di welfare, sulla quale gli esperti e gli operatori sociali si esercitano da anni oggi viene utilizzata con disinvoltura a volte eccessiva e in forme non del tutto corrette. C’è, in un certo qual senso, un utilizzo limitativo del concetto di welfare che è, a mio avviso, necessario evitare. In particolare, parlare di welfare solo per sottolineare in maniera negativa i costi eccessivi, così come riferirsi a welfare solo per indicare quel comparto di interventi che riguardano le fasce più deboli della nostra società, appare estremamente riduttivo oltre che improprio. Per welfare è necessario invece intendere – secondo la traduzione letterale – il "benessere" dell’intera popolazione e non soltanto gli interventi che tendono a garantire diritti e condizioni di vita minimali per i gruppi sociali che vivono ai margini della società. Welfare vuol dire benessere sociale, e il benessere sociale si misura in termini di qualità della vita e della convivenza sociale di tutte le componenti di una comunità di persone. Nella situazione di grave crisi che attraversa il nostro Paese penso sia indispensabile attivare politiche di welfare che si muovano su tre direttrici fondamentali: la tutela della non autosufficienza, la formazione e l’occupazione. Al riguardo abbiamo costruito il paradigma WTA (Work, Training, Assistance) e a questo sono ispirate le nostre scelte. Sul fronte dell’assistenza l’Inps da diversi anni è promotore di un progetto di assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, in partenariato con le amministrazioni locali. Analogamente, da anni, l’Inps si occupa della formazione dei giovani finanziando vacanze studio all’estero, master e borse di studio; si occupa della sistemazione in collegi universitari di studenti fuori sede e dell’assegnazione degli stessi in convitti, alcuni dei quali di proprietà dello stesso Istituto. A tali prestazioni gli interessati accedono a seguito di apposito bando di concorso, rivolto ai dipendenti pubblici e/o ai loro congiunti. La platea dei destinatari delle prestazioni è limitata ai dipendenti pubblici perché, solo costoro, sono ai sensi della Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 1, comma 245, iscritti al Fondo per le prestazioni creditizie e sociali che alimentano mensilmente, con prelievo diretto sulla loro busta paga o pensione in misura pari allo 0,35% per i lavoratori attivi e allo 0,15% per i pensionati.

Quali sono i progetti futuri? Ci sono delle iniziative per realizzare progetti innovativi e sperimentali collaborando con le università?
L’obiettivo strategico più importante è senza dubbio quello di tentare l’allargamento della platea degli iscritti al Fondo Credito e, dunque, dei beneficiari delle politiche di welfare. Tale intervento è, tuttavia, rimesso al Legislatore a cui l’Istituto può fornire strumenti di analisi idonei a supportare le decisioni politiche. Quanto ai progetti per l’anno in corso, nel constatare che, sul fronte della occupazione le politiche di welfare svolte da Inps sono state, sino ad oggi, abbastanza misurate, la sfida per il futuro è senza dubbio quella di attivare e finanziare iniziative formative rivolte a giovani in cerca di prima occupazione. Le stesse possono e devono essere svolte in collaborazione con le Università, alle quali chiederemo di attivare e favorire contatti degli studenti col mondo del lavoro nel periodo di studio. Non escludo, poi, che nell’anno 2015, anche nel nostro Paese possa trovare ingresso l’istituto del “prestito d’onore” rivolto ai giovani che vogliano avviare attività d’impresa. E ultimo, ma non ultimo, puntiamo a costruire una rete tra Inps, Università e Pubbliche Amministrazioni allo scopo di assicurare ai dipendenti pubblici una formazione su materie pertinenti alla attività lavorativa che svolgono per la Pubblica amministrazione da cui dipendono, in modo che tale formazione generi valore non solo per il singolo, ma anche per la Pubblica Amministrazione. A questo progetto, che abbiamo denominato “Valore P.A.”, abbiamo dato priorità e contiamo di pubblicare in primavera i primi avvisi di accreditamento.

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